La notte del 27 marzo un incendio divampato in un centro dell’Istituto nazionale di migrazione (Inm) a Ciudad Juárez ha provocato la morte di almeno quaranta persone, la maggior parte delle quali migranti che volevano entrare negli Stati Uniti. Il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador ha detto in conferenza stampa che l’incendio è scoppiato dopo che i migranti hanno dato fuoco ai loro materassi in segno di protesta contro la loro espulsione dal paese. Ma secondo alcuni mezzi d’informazione locali, scrive il sito Aristegui Noticias, nel centro dell’Inm c’erano più di sessanta persone, alcune chiuse a chiave in una cella per ore senza neanche poter bere. La protesta sarebbe cominciata proprio per questo motivo.

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Questo articolo è uscito sul numero 1505 di Internazionale, a pagina 34. Compra questo numero | Abbonati