Nella sua storia della musica di protesta, 33 revolutions per minute, il giornalista Dorian Lynskey dice: “Se chiedi a qualcuno di nominare un cantante di protesta britannico la risposta è invariabilmente: Billy Bragg”. Il cantautore è da anni un punto fisso della musica alternativa e della politica di sinistra, ed è bello ritrovarlo in questa compilation che celebra i quarant’anni della sua carriera solista (la versione super deluxe è di 14 cd, ma ce n’è anche una da due). Bragg è popolare e apprezzato dalla critica, ma ha avuto successo negli anni ottanta, e gli artisti legati a un momento storico preciso di solito non riescono a trascenderlo. I suoi primi due album, Life’s a riot with spy vs spy (1983) e Brewing up (1984), riflettevano un mondo monocromatico, oggi in gran parte dimenticato grazie alla nostalgia che domina la cultura pop. Eppure il suo lavoro è sempre attuale e The roaring forty fa capire perché. Il suono si è sempre arricchito e presenta un grande eclettismo musicale. Sorge il dubbio che la sua vera forza non sia nella politica. Bragg è anche riuscito nella rara impresa d’invecchiare insieme al suo pubblico, onesto nel sentirsi sempre più disorientato dal mondo moderno e aggrappato a idee “comode come una poltrona”. Vale sempre la pena di applaudirlo.
Alexis Petridis, The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1536 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati