Per il suo primo film, Léa Domenach racconta una storia di giocosa emancipazione, tutto per la gloria del suo soggetto, Bernadette Chirac, in cui “Maman” si libererà dall’ombra opprimente del marito Jacques, dalla benevolenza dittatoriale della figlia Claude e dal disprezzo della cricca politica che circonda il presidente per diventare popolare come Lady D. Articolando finzione e realtà, la regista immagina la riscossa di una donna (un po’ Bernadette ma non del tutto) uscita dall’ombra . Si avvale di episodi celebri e di elementi autobiografici per reinventare e rilanciare la sua eroina. La messa in scena è pop, anche se a momenti emerge la sofferenza di una moglie ingannata, la cui fedeltà è tuttavia incrollabile. La satira è tutto sommato innocua e il tenue fascino del film poggia in gran parte sul suo cast, a partire da Catherine Deneuve che diverte, senza cercare la mimesi.
Hélène Marzolf, Télérama

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Questo articolo è uscito sul numero 1560 di Internazionale, a pagina 78. Compra questo numero | Abbonati