Quando Nicolás Maduro si è insediato per la prima volta alla presidenza del Venezuela, nel 2013, la democrazia era già compromessa. Il suo predecessore e mentore Hugo Chávez aveva approfittato della popolarità dovuta ai prezzi record del petrolio per restare al potere dal 1999 alla sua morte, nel marzo del 2013. Alle elezioni Maduro aveva vinto di misura, con appena il 50,6 per cento dei voti. Nel 2019, quando è stato riconfermato alla presidenza, il boom economico aveva lasciato definitivamente il posto a una catastrofe umanitaria e il Venezuela era governato in modo autoritario.

Per ottenere un terzo mandato, cominciato il 10 gennaio di quest’anno, Maduro e la sua cerchia hanno abbandonato i pochi scrupoli democratici che restavano, truccando i risultati delle presidenziali del 28 luglio 2024. Il leader dell’opposizione Edmundo González Urrutia, che si considera il legittimo vincitore delle elezioni, è stato costretto all’esilio in Spagna. La repressione si è intensificata, tanto che a ottobre il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha documentato 25 omicidi e più di 1.500 detenzioni arbitrarie, anche di bambini. È stato necessario il tracollo morale del regime davanti al mondo per convincere il governo brasiliano a prendere le distanze e a non riconoscere il risultato delle elezioni. Altri leader della sinistra latinoamericana sono stati più perentori: il presidente cileno Gabriel Boric ha parlato di brogli e ha richiamato l’ambasciatore da Caracas, mentre il colombiano Gustavo Petro ha denunciato le violazioni dei diritti umani nel paese vicino.

L’isolamento di Maduro peggiorerà tra pochi giorni, quando Donald Trump s’insedierà alla Casa Bianca. Al regime resta l’appoggio di Russia, Cina, Turchia, Iran, Cuba e Nicaragua. In Brasile, nonostante la posizione del presidente Luiz Inácio Lula da Silva, il governo di Caracas può contare sul sostegno di alcuni ambienti della sinistra. Un aspetto preoccupante, considerando che ha indebolito la democrazia e ha trasformato il Venezuela nel paese più povero dell’America Latina. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1597 di Internazionale, a pagina 15. Compra questo numero | Abbonati