Le relazioni diplomatiche tra la Francia e l’Algeria sono ancora una volta tese, dopo che il 25 febbraio 2025 il ministro degli esteri francese Jean-Noël Barrot ha deciso di imporre delle misure restrittive sui visti concessi agli algerini, in particolare per l’entrata e la circolazione di “dignitari algerini” nel territorio francese.

Il provvedimento ha suscitato le proteste di Algeri, secondo cui le misure di Barrot non sono state precedute da nessuna comunicazione, alimentando un clima di sfiducia reciproca. Il ministero degli esteri algerino ha minacciato una risposta commisurata alla gravità del fatto.

La disputa arriva in un momento di relazioni turbolente, dovute a differenze politiche ma anche a questioni legate alla memoria della colonizzazione francese e della guerra d’indipendenza algerina (1954-1962).

Tra gli argomenti più delicati ci sono il difficile accesso agli archivi della guerra d’indipendenza (in gran parte conservati in Francia), la restituzione dei beni confiscati agli algerini durante la colonizzazione e il riconoscimento dei crimini coloniali da parte di Parigi. L’Algeria chiede inoltre dei risarcimenti per i test nucleari francesi condotti sul suo territorio.

La questione sahrawi

Nel 2024 le relazioni hanno cominciato a deteriorarsi dopo che Parigi ha cambiato posizione sul Sahara Occidentale – occupato dal Marocco ma rivendicato dal popolo sahrawi – accettando l’idea della sovranità marocchina su questo territorio. La scelta ha irritato profondamente il governo algerino che sostiene la causa sahrawi e la lotta del Fronte Polisario.

La lista dei pericolosi

◆ Il 3 marzo 2025 il ministro dell’interno francese Bruno Retailleau ha gettato nuova benzina sul fuoco, dichiarando che la Francia sta preparando una lista di centinaia di cittadini algerini “pericolosi” da rimandare nel paese d’origine perché hanno turbato l’ordine pubblico o perché sospettati di radicalizzazione. Per giustificare la misura, spiega Jeune Afrique, Retail­leau ha ricordato l’attentato del 22 febbraio 2025 a Mulhouse, nel nordest della Francia, in cui un algerino di 37 anni armato di coltello ha ucciso un uomo e ha ferito altre sette persone. L’uomo aveva ricevuto un provvedimento d’espulsione, ma l’Algeria si era rifiutata di accoglierlo. Le dichiarazioni di Retailleau, esponente del partito di destra Les Républicains, sono in parte state sconfessate dal presidente Emmanuel Macron, osserva il sito algerino Tsa. Il 27 febbraio Macron ha detto di non voler mettere in discussione gli accordi del 1968 tra Francia e Algeria, che regolano l’ingresso, i permessi di lavoro e la residenza degli algerini in Francia, e che secondo l’estrema destra francese sono troppo favorevoli ai cittadini nordafricani.

◆ Ad approfittare dei difficili rapporti tra Parigi e Algeri, è l’Italia, scrive Afrik.com. “Con la Francia in ritirata, l’Italia si è imposta come prima partner europea di Algeri, con scambi commerciali per 21 miliardi di dollari nel 2023”.


Per tutta risposta, Algeri ha richiamato il suo ambasciatore a Parigi e ha annullato una visita del presidente Abdelmadjid Tebboune nella capitale francese. Il gesto è stato un duro colpo alle relazioni diplomatiche tra i due paesi, che più recentemente sono state messe alla prova da altre controversie, come l’incarcerazione nel novembre scorso in Algeria dello scrittore franco-algerino Boualem Sansal, in sciopero della fame dal 17 febbraio, e i provvedimenti di espulsione di alcuni influencer algerini residenti in Francia, che sui social media istigavano alla violenza e al terrorismo.

Il ministro dell’interno francese Bruno Retailleau ha detto di voler adottare un “rapporto di forza” con l’Algeria, per giustificare l’intransigenza del suo governo.

Da parte sua, il presidente algerino Tebboune ha denunciato le dichiarazioni “ostili” della Francia, con cui ormai ritiene inutile dialogare. A suo avviso le relazioni bilaterali sono bloccate e non fanno progressi neanche sul piano commerciale. Algeri è comunque determinata a non cedere e avverte che potrebbero esserci “conseguenze non calcolate” nella cooperazione bilaterale. Inoltre denuncia i tentativi dei partiti francesi di estrema destra di manipolare la politica estera di Parigi nei confronti dell’Algeria. ◆ gim

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Questo articolo è uscito sul numero 1604 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati