Il 13 maggio il capo della giunta militare del Mali, Assimi Goita ( nella foto ), ha promulgato una legge che di fatto ordina lo scioglimento dei partiti. Alla fine di aprile si era svolto un dialogo nazionale organizzato dalla giunta, che aveva raccomandato l’abolizione dei partiti e l’inasprimento delle condizioni per la loro formazione, oltre alla proclamazione di Goita a presidente, senza elezioni, per un mandato rinnovabile di cinque anni. La giunta aveva poi sospeso i partiti e le associazioni di carattere politico. A quel punto migliaia di manifestanti erano scesi in piazza nella capitale Bamako per protestare contro la deriva autoritaria, chiedendo il ritorno all’ordine costituzionale e il rispetto del pluralismo. Ma nei giorni successivi sono stati denunciati i rapimenti e le aggressioni subite da alcuni leader della contestazione da parte delle forze di sicurezza. Secondo il sito Le Djely, la decisione di abolire i partiti è un sintomo della debolezza della giunta maliana, più che della sua forza.
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Questo articolo è uscito sul numero 1614 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati