Con tagli rapidi e significativi delle emissioni di gas serra è ancora possibile contenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto del grado e mezzo, ma le emissioni dovrebbero raggiungere il picco entro tre anni, dice l’ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc).

Il rapporto, incentrato sulle azioni da intraprendere per mitigare gli effetti della crisi climatica, afferma che la finestra per evitare un riscaldamento catastrofico si sta chiudendo a causa della nostra incapacità di agire. Secondo gli autori, dal 2020 in poi il mondo può permettersi di emettere solo 500 miliardi di tonnellate di anidride carbonica per avere il 50 per cento di probabilità di contenere l’aumento a un grado e mezzo: una quantità che equivale alle emissioni totali dell’ultimo decennio.

In base alle simulazioni dell’Ipcc, le emissioni dovrebbero raggiungere il picco entro il 2025 per poi ridursi del 43 per cento entro il 2030 (rispetto ai livelli del 2019). Questo richiederebbe uno sforzo titanico, considerando che nel 2021 le emissioni globali sono cresciute del 5,5 per cento e che molti governi sono attualmente distratti dalla guerra in Ucraina e dalla pandemia di covid-19 (alcuni vorrebbero addirittura aumentare la produzione di petrolio e gas).

Per raggiungere l’obiettivo, l’uso del carbone dovrebbe essere ridotto del 95 per cento entro il 2050, quello del petrolio del 60 per cento e quello del gas del 45 per cento, numeri che Jan Christoph Minx, uno degli autori del rapporto, definisce “impegnativi”. Anche per rispettare il vincolo minore dell’accordo di Parigi, cioè un aumento delle temperature inferiore ai due gradi, bisognerebbe rinunciare a bruciare “una grande quantità di combustibili fossili” e abbandonare le relative infrastrutture, del valore di quattromila miliardi di dollari. “Dobbiamo chiudere l’era dei combustibili fossili”, ha detto Minx in conferenza stampa.

Il rapporto accusa i governi di non fare abbastanza. Considerando gli impegni presi fino all’11 ottobre 2021, prima della conferenza Cop26, “è probabile” che il mondo superi in questo secolo l’aumento di un grado e mezzo, una soglia considerata critica per evitare le conseguenze peggiori della crisi. “Le promesse non mantenute stanno rendendo il mondo invivibile”, ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres.

Motivi di speranza

Eppure l’Ipcc offre anche dei motivi di speranza: diciotto paesi stanno riducendo le emissioni con regolarità da molti anni; il costo delle tecnologie per la decarbonizzazione è stato abbattuto; il prezzo unitario dell’energia solare si è ridotto dell’85 per cento, quello dell’energia eolica del 55 per cento e quello delle batterie a ioni di litio dell’85 per cento. La riduzione delle emissioni può essere ottenuta combinando energie rinnovabili, cattura e sequestro del carbonio (Ccs), minore domanda di energia, maggiore efficienza energetica e sviluppo di tecnologie per rimuovere l’anidride carbonica dall’atmosfera.

L’Ipcc ha tenuto conto per la prima volta del ruolo dei comportamenti nella riduzione delle emissioni, tra cui una modifica delle abitudini alimentari. In alcuni settori si potrebbero ridurre le emissioni fino al 70 per cento entro il 2050. “Deve cambiare tutto: come ci muoviamo, come mangiamo e come produciamo energia”, dice Pete Smith, uno degli autori del rapporto.

A chi sostiene che ridurre le emissioni sia troppo costoso, l’Ipcc risponde che i costi per limitare l’aumento a due gradi sarebbero “irrisori” e che nel 2050 il pil globale sarebbe inferiore solo dell’1,3-2,7 per cento rispetto a quello di un mondo che fa finta di niente.

Il rapporto dell’Ipcc è il terzo di una serie di quattro: il primo era sulle cause del cambiamento climatico, il secondo sugli effetti. È stato approvato dai governi nel corso di una sessione cominciata con sei ore di ritardo a causa degli ostacoli posti dall’Arabia Saudita e dall’India, e di una lite tra gli Stati Uniti e la Cina.

Alok Sharma, presidente della Cop26, spera che spinga i governi a mettere a punto piani climatici ambiziosi entro la fine dell’anno. ◆ sdf

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Questo articolo è uscito sul numero 1455 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati