Quando torno dai miei genitori per le feste succede sempre qualcosa di molto strano. Più invecchio e più mi sorprendo davanti al ripetersi annuale di questo fenomeno: nel momento in cui supero la soglia della casa in cui sono cresciuta, torno a essere un’adolescente.

Da ragazzina avevo un carattere complicato. Ero una miscela esplosiva di insicurezza ed ego: stressata, suscettibile, emotiva. In una sera qualsiasi potevo attaccare briga, sbattere la porta della mia stanza e ascoltare Bon Iver a tutto volume (mi serviva una colonna sonora per il mio dolore), mentre in lacrime scrivevo sul mio diario che non avrei mai più parlato con i miei familiari.

Oggi ho 31 anni e da qualche parte, lungo la mia strada, ho scoperto di non essere il centro dell’universo. In altre parole, sono cresciuta. Sono orgogliosa dei rapporti affettuosi che ho con tutti i componenti della mia famiglia. Eppure, per qualche motivo, gli impulsi adolescenziali tornano a galla nel preciso istante in cui mi tolgo le scarpe all’ingresso della casa della mia infanzia e infilo le pantofole che mia madre costringe tutti a indossare. Mi piace tornare da loro per le feste, ma la consapevolezza che avverrà questa regressione mi innervosisce.

A quanto pare non sono l’unica. Le feste provocano ansia in molti, perché ci riportano a dinamiche familiari che pensavamo di aver superato. In queste occasioni ci sono personalità ingombranti con cui dobbiamo confrontarci, conversazioni che nascondono ogni tipo di insidia e dolori che tornano a galla.

Fortunatamente la psicoterapeuta Nedra Glover Tawwab, autrice di libri come Senza drammi. Una guida per gestire relazioni familiari malsane e Impara a dire di no. L’arte di stabilire dei confini e trasformare la nostra vita, può aiutarci a disinnescare i meccanismi nocivi e a uscire indenni da queste esperienze. I suoi suggerimenti sono pratici e facili da realizzare, basati su piccoli cambiamenti per fare in modo che questi giorni di festa siano un po’ più sopportabili.

Io seguirò di sicuro questi sei consigli, nella speranza che la versione adolescente di me non si ripresenti con la solita forza (confesso di continuare a scrivere sul mio diario in lacrime ascoltando Bon Iver, alcune cose non cambiano mai).

1. Fai le cose diversamente Non affrontare queste feste come le precedenti. Se sei tu a ospitare i parenti, hai la possibilità di fare le cose in modo diverso. Se vai a casa di altre persone, potrai andare via prima (o dopo) rispetto agli anni passati. Puoi decidere tu che forma dare a questa esperienza. È il dono delle feste: la possibilità di cambiare il proprio comportamento. Bisogna prendere in mano la situazione e fare in modo che vada come vogliamo.

**2. Convivi con il malessere **Non tutte le riunioni sociali o familiari sono il massimo del divertimento. In alcune è normale provare una certa ansia e riuscire a superarla. Dipende da quanto davvero si vuole partecipare a una determinata esperienza e quanto disagio si è pronti a tollerare. Alcune forme di malessere sono gestibili, l’importante è capire qual è il proprio limite. Magari la cena dura quattro o cinque ore, ma tu hai una tolleranza di circa un’ora. In questo caso dovresti dirti: “Se me ne vado a quest’ora potrò sopportare un pranzo con tutti i miei parenti”.

**3. Cambia argomento **Quando le persone s’infervorano particolarmente su un tema, soprattutto se legato alla politica, vogliono che ascolti tutto quello che hanno da dire, senza voler minimamente sapere qual è la tua opinione. In questi casi bisogna riuscire a passare a un altro argomento. Se hai paura di sembrare scortese o arrogante, ricorda che quella persona ti sta offendendo, non ti ascolta e non ti permette di parlare.

**4. Prepara i nuovi arrivati **Se introduci persone esterne nella tua famiglia, è tuo dovere prepararle in anticipo mettendole in guardia dal parente che dà baci umidicci, da quello che stringe la mano troppo forte o che non smette di parlare dei conoscenti che stanno morendo. Assicurati che non si ritrovino in mezzo a queste situazioni senza preavviso. Anche i segnali di coppia sono importanti. Quando vado da qualche parte con mio marito, stabiliamo un gesto da usare per dirci che è arrivato il momento di andare via. A volte è un doppio tocco sul mio orologio invisibile, altre basta uno sguardo fisso per cinque secondi. È importante avere una sorta di codice, così si è sulla stessa lunghezza d’onda.

**5. Ricorda chi non c’è più **Se stai sostenendo una persona in lutto può essere utile dire qualcosa come: “Immagino che questo sia un momento molto difficile, dopo la perdita dei tuoi genitori. Posso fare qualcosa per aiutarti?”. A quel punto lei o lui avrà l’occasione di comunicare le sue necessità. Una delle cose peggiori è fare finta di niente. Certo, allo stesso tempo non vuoi che il dolore oscuri l’intera giornata. Quindi, forse, puoi provare qualcosa di nuovo, inventando tradizioni e creando un po’ di gioia. Non credo che i tuoi cari scomparsi vorrebbero vedere la famiglia soffrire. Passare le feste senza di loro sarà dura. Se ne hai l’occasione pianifica qualcosa di coinvolgente e da attendere con trepidazione per i giorni di festa.

**6. Sintonizzati su di te **Pianifica in anticipo le cose che vuoi fare in modo diverso prima che arrivi il grande giorno. Tornare a casa dalla famiglia è il momento ideale per mettere in pratica quello che hai imparato durante la psicoterapia. Tocca a te dire: “Quest’anno posso fare questa cosa in modo un po’ diverso”. Cerca di rilevare i cambiamenti di energia e controlla il tuo stato d’animo: cos’è appena successo? Fare una chiacchierata tra te e te – per iscritto, nel bagno o solo nella tua testa – è molto importante. È un modo per avere il polso del proprio comportamento e ribadire: “Devo cambiare qualcosa”. So che sembra frivolo, ma secondo me è un processo cruciale. Magari puoi scrivere in anticipo le cose che hai intenzione di fare, prendere qualche appunto, per esempio “cambia argomento quando lo zio di turno tira fuori il solito argomento”, oppure “fai una passeggiata la mattina”. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1645 di Internazionale, a pagina 108. Compra questo numero | Abbonati