In una città un arco infuocato esplode come un fuoco d’artificio, incendiando giardini e case. In un’altra i missili russi si schiantano su un condominio di cinque piani, tranciando un lato dell’edificio e uccidendo più di quaranta persone. Ufficialmente l’esercito russo ha sospeso il tentativo di conquistare il territorio ucraino, ma negli ultimi giorni ha intensificato gli attacchi sulle aree civili, per ricordare che può infliggere morte e distruzione a piacimento e logorare così la volontà di resistere. Una città dopo l’altra, sui tre fronti dell’Ucraina orientale la raffica di attacchi russi indiscriminati, compiuti con aerei, artiglieria e missili, ha ucciso, mutilato e terrorizzato abitanti e soldati ucraini.

Gli analisti militari affermano che le forze russe usano la tregua nelle operazioni di terra per riorganizzarsi e rifornirsi, in linea con l’ordine dato il 4 luglio dal presidente Vladimir Putin di far riposare alcune truppe dopo la conquista della provincia di Luhansk. Oltre le linee del fronte la devastazione e le uccisioni continuano, e i residenti si preparano a un nuovo assalto.

A Časiv Jar, nell’Ucraina orientale, l’11 luglio le squadre di emergenza stavano ancora recuperando i corpi delle vittime di un attacco avvenuto due giorni prima quando un missile ha colpito un complesso di appartamenti. Il bilancio è salito ad almeno 45 morti, alcuni erano soldati. Sempre l’11 luglio i funzionari ucraini hanno dichiarato che nelle precedenti ventiquattr’ore le operazioni russe avevano ucciso almeno otto civili. Pavlo Kyrylenko, governatore militare della regione di Donetsk, che comprende Časiv Jar, ha fatto sapere che almeno dieci città sono state colpite e due persone uccise, portando il numero di vittime civili nella provincia a circa seicento dall’inizio dell’invasione a febbraio.

Le paure di chi resta

Alcuni funzionari hanno riferito che il 10 luglio le truppe russe hanno sparato munizioni incendiarie, limitate dal diritto internazionale e progettate per appiccare il fuoco o causare ustioni, su un quartiere di Bachmut, a quasi quindici chilometri da Časiv Jar. “È la prima volta che succede”, afferma Katerina, un’assistente sociale di 31 anni. La sua vicina Olesia, 17 anni, racconta che si erano abituati al rumore dei lanciarazzi noti come Grad. “Ma questi avevano un suono diverso”, dice. “Era più leggero, tipo ‘shush, shush, shush’”. In pochi minuti sono scoppiati almeno otto incendi nel quartiere. Gli abitanti in pantaloncini e sandali tiravano freneticamente le pompe da giardino verso una casa in fiamme, mentre le travi del soffitto si sgretolavano. Alcuni poliziotti e soldati fuori servizio sono arrivati in auto portando secchi d’acqua. Avevano le braccia e le mani già annerite da un altro incendio poco lontano.

Molte persone hanno già lasciato la città da settimane. Chi è rimasto ad affrontare l’avanzata russa non aveva altra scelta. Alcuni sono anziani, o si prendono cura di parenti anziani. Altri non hanno le risorse per fuggire e altri ancora sostengono i russi. C’è anche chi teme la prospettiva di andare a ovest unendosi ai milioni di sfollati.

Da sapere
La situazione sul terreno
fonte: financial times, liveuamap

Chi resta vive con la costante minaccia di morte dal cielo. Il 10 luglio Viktor, un minatore in pensione di 67 anni, guardava da casa sua un incendio dall’altro lato della strada. “Ho lavorato vent’anni nelle miniere e ora mi tocca questo”, dice piangendo. Come molti altri, non ha voluto dire il suo cognome per paura di essere punito se la città passasse di mano. Alcuni abitanti hanno recuperato dai giardini e dalle strade candelotti e capsule, identificate come pezzi di esplosivi incendiari. Un soldato si raccomanda di coprirli con la sabbia. “Al fronte ci arrivano in continuazione”, dice. “Ora arrivano anche qui”. Bachmut, un’importante roccaforte militare per l’Ucraina, è a meno di sedici chilometri dalle linee russe ed è un probabile obiettivo dell’avanzata pianificata da Mosca nella zona orientale del Donbass, che comprende le regioni di Donetsk (ora in gran parte sotto il controllo russo) e di Luhansk.

La Russia ha lanciato attacchi anche nel nordest e nel sud dell’Ucraina. Poco prima dell’alba dell’11 luglio un missile ha danneggiato una scuola a Charkiv, ha scritto su Telegram Oleh Synehubov, un funzionario regionale. Nessuno è rimasto ferito, ha aggiunto, e venti minuti dopo è stato colpito un condominio di sei piani. I soccorritori hanno estratto dalle macerie una donna di 86 anni. Funzionari locali hanno riferito che sei persone sono state uccise e altre 31 ferite nel nordest dell’Ucraina. La mattina dell’11 luglio alcune esplosioni hanno anche causato danni a Mykolaiv e una persona è rimasta ferita.

Da sapere
Bombardamenti senza sosta

◆Nonostante la pausa operativa annunciata da Mosca dopo la conquista di Lysyčansk, sul fronte del Donbass gli scontri proseguono. Le truppe russe hanno conquistato alcune posizioni, e sembra ormai imminente l’inizio dell’offensiva su Slovjansk e Kramatorsk. Anche i bombardamenti russi continuano senza sosta: il 9 luglio un attacco ha distrutto un condominio usato anche dai militari ucraini a Časiv Jar uccidendo almeno quaranta persone, in gran parte civili.

◆Nella regione di Cherson continua la controffensiva dell’esercito ucraino, che ha ripreso diversi villaggi. Il governo di Kiev ha invitato i civili a evacuare la zona e ha ordinato allo stato maggiore di mobilitare un milione di persone e lanciare un’operazione su larga scala per liberare tutto il sud del paese. Diversi esperti però hanno espresso dubbi su questi numeri, e sottolineano che l’Ucraina non dispone di armi sufficienti.

◆Le forze armate ucraine hanno confermato di aver cominciato a usare i sistemi di artiglieria a lunga gittata ricevuti dai paesi Nato per colpire obiettivi russi a decine di chilometri dal fronte. Negli ultimi giorni i bombardamenti hanno distrutto un centro di comando e diversi depositi di armi e munizioni a Cherson, Donetsk e Nova Kachovka, dove ci sarebbero anche numerose vittime civili. Per il momento i russi non sembrano in grado di difendersi da questi attacchi, che alla lunga potrebbero ridurre seriamente la loro capacità operativa.

◆L’11 luglio l’Unione europea ha approvato la concessione di un altro miliardo di euro di prestiti a lungo termine all’Ucraina, mentre i Paesi Bassi hanno promesso l’invio di altri sistemi di artiglieria. Il giorno successivo gli Stati Uniti hanno annunciato lo sblocco di 1,7 miliardi di dollari di aiuti finanziari a Kiev.
◆Secondo il governo statunitense l’Iran avrebbe raggiunto un accordo con la Russia per la fornitura di centinaia di droni armati da impiegare nel conflitto ucraino. Reuters


Non è finita

Su una cosa Putin e il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj sono d’accordo: anche se le forze russe si sono ridotte, l’attacco di Mosca all’Ucraina non è neanche lontanamente finito. Gli analisti ucraini e occidentali ritengono che tra poco Putin ordinerà una nuova offensiva per conquistare tutta la regione di Donetsk, in particolare Slovjansk, Kramatorsk e Bachmut. Ma sembra esserci una differenza rispetto alle precedenti mosse della Russia, come la fallita guerra lampo su Kiev e il bombardamento concentrato per settimane sulle principali città, notano gli analisti. Gli ultimi attacchi non sono stati seguiti dallo sforzo di avanzare palmo a palmo. E si sono verificati mentre Mosca annunciava una “pausa operativa su tutto il campo”, pur chiarendo che questo non significava “una completa cessazione delle ostilità”, ma che gli attacchi sarebbero stati “preparatori” per le offensive successive. La Russia colpisce obiettivi civili fin dall’inizio della guerra, ma i funzionari ucraini e occidentali sostengono che nell’ultimo periodo questi attacchi sono più indiscriminati, in parte perché Mosca sta finendo le munizioni moderne e usa quelle più vecchie e meno precise.

L’11 luglio Putin ha firmato un decreto che offre un percorso semplificato per far ottenere la cittadinanza russa agli ucraini, indicando che Mosca potrebbe stabilire un controllo permanente sui territori occupati. Ma nonostante la spavalderia del presidente, la Russia è alla disperata ricerca di soldati, e fa sempre più affidamento per lo più su gruppi etnici poveri, ucraini dei territori separatisti, mercenari e unità militarizzate della guardia nazionale. È stata la necessità di reperire truppe, rimpiazzare gli equipaggiamenti danneggiati e portarli in posizione a determinare la “pausa operativa”, dicono gli esperti.

Russia e Ucraina mantengono segreto il numero di morti e feriti sul campo, ma l’esercito britannico di recente ha stimato che i soldati russi rimasti uccisi sono circa 25mila, mentre altre decine di migliaia sono feriti o esausti dopo quasi cinque mesi di guerra. Sono molti di più dei 15mila che l’Unione Sovietica perse nei nove anni di guerra in Afghanistan. Anche l’Ucraina ha un problema di risorse umane, ma l’esercito chiede aiuto soprattutto per il rifornimento di armi e munizioni pesanti.

A Časiv Jar un ragazzo è rimasto intrappolato sotto le macerie del suo condominio per più di venti ore. Il 10 luglio è stato estratto dai soccorritori, che lo hanno coperto con un lenzuolo blu e lo hanno delicatamente appoggiato su una barella. Era una delle nove persone messe in salvo. “Mia nonna era qui”, dice un vicino, indicando il mucchio di macerie. “Quello è il suo letto. Spero che la trovino, per poterle fare un funerale”. ◆ fdl

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1469 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati