Una mia amica si è separata dal marito e si sono organizzati così: i figli restano nella casa familiare e ad alternarsi sono i genitori, che si dividono un piccolo appartamento per quando non sono con i bambini. Non avevo mai sentito questa forma di separazione e sono curiosa di sapere cosa ne pensi.–Giulia

Quello di cui parli si chiama bird nesting , per analogia con gli uccelli che si alternano nel nido per prendersi cura delle uova. Ma non è detto che i genitori separati debbano dividere anche la sistemazione alternativa – scelta che di solito è dettata da motivi economici, perché condividere un piccolo appartamento in affitto costa meno che mantenere tre abitazioni.

Chi sceglie il bird nesting lo fa per diminuire il trauma subìto dai figli quando i genitori si separano e non farli muovere tra due case. Ma io temo che per evitare un disagio ai figli si finisca per crearne altri ancora più grandi. Perché con il bird nesting i figli diventano i veri padroni di casa mentre i genitori sono degli ospiti che vanno e vengono con la loro valigia. E questo può alterare i rapporti familiari. Inoltre, in una coppia che si divide, ognuno ha bisogno di uno spazio nettamente separato dall’ex e continuare a condividere gli spazi, seppur in modo alternato, non mi pare l’ideale.

Alla fine, con l’illusione di creare meno traumi ai bambini, si rischia di danneggiare la qualità della vita di tutta la famiglia. Credo sia più facile per i figli abituarsi ad avere due case che per i genitori vivere senza averne nessuna.

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Questo articolo è uscito sul numero 1498 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati