La manifestazione era stata fissata per le cinque del pomeriggio di sabato 9 ottobre, in piazza del Popolo, nel cuore di Roma. Non ci doveva essere alcun corteo e doveva essere una protesta contro il governo e il green pass obbligatorio, dal 15 ottobre, per i lavoratori pubblici e privati. In piazza c’erano più di diecimila persone, tra militanti di estrema destra, fascisti dichiarati e persone contrarie ai vaccini.

Nel frattempo, però, su Telegram veniva elaborato un altro piano, ispirato all’assalto al congresso degli Stati Uniti dell’inverno scorso. Metà dei partecipanti si è separata dalla manifestazione e si è diretta verso altri obiettivi.

La composizione della manifestazione è un ritratto del malcontento sociale

Punto di svolta

Il principale organizzatore di questa iniziativa, il partito di estrema destra Forza nuova, avrebbe voluto assaltare palazzo Chigi, sede del governo italiano. I militanti ci sono arrivati molto vicino e hanno provocato dei disordini, ma l’obiettivo era troppo complicato da raggiungere. Altri invece si sono diretti alla sede della Confederazione generale italiana del lavoro (Cgil), il principale sindacato italiano. È stato un attacco insolito, che ha messo in allarme tutta Italia.

La violenta guerriglia esplosa nel centro di Roma è andata avanti per sette ore e si è conclusa con dodici arresti, tra cui quelli di alcuni leader del partito neofascista Forza nuova, ex terroristi e rappresentanti del mondo contrario ai vaccini, e ha segnato un punto di svolta nel rapporto tra lo stato italiano e questi gruppi. Il cocktail sociale e politico agitato durante la pandemia ha trovato una certa copertura da parte di partiti di destra come la Lega o Fratelli d’Italia, ambigui con gli elettori sulla campagna vaccinale e le restrizioni contro il covid-19.

Per la prima volta il governo sta valutando la possibilità di mettere fuori legge formazioni come Forza nuova. Una possibilità prevista dal 1952 dalla legge Scelba (che prende il nome da Mario Scelba, ministro dell’interno dal 1947 al 1953), come ricorda il costituzionalista Stefano Ceccanti, deputato del Partito democratico. “Si può fare attraverso una sentenza o per decreto. Quest’ultima opzione riguarda i casi di emergenza. Ma finora questa via non è mai stata percorsa, si è proceduto sempre per sentenza”, sottolinea. L’11 ottobre, in quello che potrebbe essere interpretato come un primo passo in questa direzione, il tribunale di Roma ha ordinato il sequestro del sito di Forza nuova.

La legge Scelba attua la dodicesima disposizione transitoria e finale della costituzione italiana, che vieta la ricostituzione del partito fascista. L’articolo 1 della legge Scelba può essere applicato quando “un’associazione o un movimento persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica (…) o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista”.

Due partiti di questo tipo, Ordine nuovo e Avanguardia nazionale, sono già stati messi fuori legge da un giudice negli anni settanta. La via del decreto, presa in esame dal governo, non è mai stata seguita. “In questo momento sarebbe complicato e potrebbe produrre un effetto contrario”, spiegano fonti dell’esecutivo, che sta valutando quali potrebbero essere gli inconvenienti di una decisione di questo tipo.

Il presidente del consiglio Mario Draghi non è intervenuto pubblicamente sulla possibile messa al bando dei partiti di estrema destra, ma l’11 ottobre ha incontrato Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, e ha condannato la violenza contro quelli che ha definito “presidi di democrazia”. Il Partito democratico ha chiesto di procedere per decreto, ma si è scontrato con l’opposizione della destra: Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.

Al centro della rivolta del 9 ottobre c’è Forza nuova, un partito politico neofascista fondato nel 1997 da Roberto Fiore e Massimo Morsello, militanti storici dell’estrema destra condannati per banda armata e associazione sovversiva. Fiore ha vissuto da latitante per più di un decennio. Oggi Forza nuova conta su poche migliaia di militanti, ed è guidata da Fiore e da Giuliano Castellino (condannato a quattro anni di carcere nel 2019 per aver aggredito dei vigili urbani e degli agenti di polizia).

Fiore e Castellino vengono da Fiamma tricolore, costola del Movimento sociale italiano (Msi), il partito che riunì i resti del fascismo in Italia e che per anni fu guidato da Giorgio Almirante. Successivamente Gianfranco Fini fondò Alleanza nazionale, decidendo di entrare nelle istituzioni e rinnegare il riferimento ideologico attraverso la cosiddetta svolta di Fiuggi. Dalle ceneri di Alleanza nazionale è nato Fratelli d’Italia, oggi guidato da Giorgia Meloni.

Vanno trattati da fascisti

La legge, nel caso di Forza nuova, è chiara e dev’essere applicata. Questa è l’opinione dello storico Emilio Gentile, massima autorità negli studi sul fascismo: “Si definiscono fascisti e il metodo violento usato alla manifestazione del 9 ottobre è quello degli squadristi di Mussolini: assaltare le sedi dei lavoratori e distruggerle. Se si proclamano fascisti hanno il diritto di essere trattati come tali. Altrimenti tanto vale abrogare la legge”.

I partiti neofascisti come Forza nuova o CasaPound (che si definiscono fascisti del terzo millennio e hanno ottenuto una rappresentanza in vari municipi italiani) oggi sono piuttosto marginali, ma hanno trovato negli ambienti negazionisti e contrari ai vaccini la spinta che negli ultimi tempi gli mancava.

La composizione della manifestazione di piazza del Popolo – tifosi ultras, teppisti, commercianti contrari alle restrizioni e fascisti dichiarati – è un ritratto del malcontento sociale in cui cercano di pescare alcuni partiti candidando figure più meno vicine a questo mondo. Rachele Mussolini, nipote del dittatore e candidata con Fratelli d’Italia, è stata la più votata alle elezioni comunali di Roma del 3 e 4 ottobre scorso. Come molti colleghi di partito, Mussolini non condanna il fascismo e non celebra il 25 aprile, festa nazionale e giornata della liberazione dell’Italia dal nazifascismo. La nostalgia, come la definisce Meloni per non dover parlare di fascisti, in Italia è ancora elettoralmente redditizia. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1431 di Internazionale, a pagina 39. Compra questo numero | Abbonati