Dalle prime uscite nel 1972 con Pong, i videogiochi non hanno mai smesso di influenzare la letteratura: “libri in cui il lettore è il protagonista”, adattamenti di opere letterarie, come la saga fantasy The witcher di Andrzej Sapkowski, la partecipazione di celebri scrittori all’ideazione o alla scrittura di videogiochi come l’ultimo successo dello studio giapponese From Soft­ware, Elden ring, immaginato dall’autore di Trono di spade, George R.R. Martin. Tutti contributi che negli ultimi anni, dall’altra parte dell’Atlantico, hanno assunto un carattere molto concreto con lo sviluppo della litrpg.

Contrazione di “letteratura” e di “rpg” (role playing game, cioè gioco di ruolo), la litrpg riguarda un insieme di “romanzi d’avventura nei quali sono integrati gli elementi caratteristici del videogioco”, precisa Robin Batet, editore trentenne che ha creato nel novembre 2024 la Lorestone, prima casa editrice specializzata in questo genere di libri. “La litrpg mette al centro della trama la progressione dei suoi personaggi nel corso di serie che possono arrivare fino a dieci volumi”, continua Batet. “I protagonisti devono andare avanti per sopravvivere, diventare i migliori e sconfiggere i vari nemici”.

Proprio come con un avatar di un video­gioco, il protagonista sceglie nel corso delle avventure le sue specialità (guerriero, mago, ladro eccetera), acquisisce esperienza, migliora le sue competenze, sconfigge gli avversari e in questo modo aumenta la propria forza. Al contrario dei “libri in cui si è il protagonista”, la narrazione di questi libri è lineare, “il lettore è solo uno spettatore”, sottolinea Batet. Ma qual è la specificità della litrpg?

Replicare l’esperienza

“È un genere che cerca di essere il più vicino possibile alla cultura videoludica. Spesso la letteratura recupera il videogioco per trattarlo con i codici della cultura letteraria, mentre al contrario la litrpg cerca di appropriarsi dei codici del videogioco e di farne un’esperienza letteraria”, dice Hélène Sellier, insegnante all’università di Nîmes e autrice di una tesi intitolata “Letteratura e videogioco: rappresentazioni reciproche”.

Dungeon crawler Carl (Lorestone)

Ma perché allora non limitarsi a giocare un videogame in cui si può essere al tempo stesso spettatori e attori della propria storia? “C’è una grande soddisfazione nel seguire qualcuno, nell’assistere alle scelte che compie per superare i problemi, ma soprattutto nel rendere visibili le competenze attraverso le quali il personaggio può usare i suoi punti”, risponde Batet, citando l’esempio delle persone capaci di passare ore a guardare gli streamer mentre giocano. La litrpg si distingue dagli altri sottogeneri, come la “dark romance”, attraverso questo “gioco tipografico” in cui le opzioni offerte ai protagonisti sono evidenziate in grassetto e messe tra virgolette, per indicare che la voce che parla non è quella del narratore, come per esempio in Dungeon crawler Carl di Matt Dinniman (la prima serie pubblicata dalla Lorestone) dove si può leggere: “Pozioni di competenza. Bere questa pozione aggiunge 1 punto alla vostra competenza di definizione del valore”.

Secondo Hélène Sellier lo scopo è di ritrascrivere con accuratezza l’esperienza che può avere un giocatore, fino alle statistiche specifiche dei personaggi o agli oggetti scoperti. In questo caso l’efficacia narrativa prevale sulle digressioni descrittive o sulle considerazioni estetiche. “La litrpg è molto accessibile”, spiega Batet. “Deve essere facile da leggere, da integrare, per fare in modo che le persone che non conoscono nulla dei videogiochi siano in grado di capire tutto”. Anche se ogni scrittore ha le sue particolarità – Matt Dinniman con Dungeon crawler Carl si distingue per la sua pungente ironia – lo scopo principale è trascinare il lettore in un flusso di avventure successive attraverso una prosa molto concreta. Probabilmente non si può parlare di grande letteratura, come del resto riconosce lo stesso editore che, tuttavia, afferma che la litrpg rappresenta la “materializzazione più completa e definitiva dell’influenza del videogioco sulla letteratura”.

Dungeon crawler Carl (Lorestone)

Per ripercorrere le origini di questo genere poco conosciuto, bisogna risalire al 1978, anno della pubblicazione di Quag Keep, di Andre Norton, romanzo che si svolge nell’universo del famoso gioco di ruolo . Ma la litrpg nasce ufficialmente nel 2012 in Russia con Survival quest (La via dello sciamano) di Vasily Mahanenko, uno dei padri fondatori del genere. In seguito la litrpg è si sviluppata molto negli Stati Uniti, a partire dal forum online Royal Road, vivaio di saghe dove ogni autore, seguito e sovvenzionato dai suoi lettori, pubblica a un ritmo regolare i capitoli della sua opera.

Difficile da spiegare

Chi ha successo – alcuni autori guadagnano più di 70mila dollari al mese – ha anche i mezzi per far stampare il proprio libro e venderne i diritti a case editrici straniere, come la Lorestone in Francia. Nel 2023 mentre lavorava per Lizzie, una casa editrice specializzata in audiolibri, Batet, assiduo frequentatore della rete statunitense in cerca di novità interessanti, ha scoperto questo sottogenere e dopo una lunga riflessione si è deciso a creare una sua casa editrice.

Per Batet si tratta di una scommessa. Di fatto lanciare un nuovo sottogenere in un paese che ne ha sentito parlare poco o nulla è un rischio. Finora sono usciti solo quattro romanzi – i primi due volumi di Dungeon crawler Carl, e i primi volumi di The primal hunter di Zogarth e di System universe di SunriseCv. Ma anche se l’editore conta di pubblicare nei prossimi mesi il seguito di queste serie, i risultati finanziari non sono stati eccezionali: in totale circa 6.200 copie vendute dalla creazione della casa editrice. Per il momento Batet, che si rivolge in particolare agli “adulti dai 18 ai 50 anni” provenienti dal “pubblico dei manga”, prende tempo: “È difficile entrare in questo mondo, far capire ai librai e ai lettori cos’è la litrpg”.

Sulla piattaforma Discord, la Lore­stone ha creato un canale in cui interagiscono i primi fan, in totale 156, tutti “molto attivi”. Altri si esprimono già altrove: Margaux, che gestisce l’account Instagram Des livres plein les yeux (Gli occhi pieni di libri), afferma che Lorestone è diventata la sua “casa editrice preferita”. Nella sua recensione di System universe, insiste “sull’impressione di essere accanto al protagonista, come in un videogioco”, ma anche di “condividerne” sensazioni e sentimenti. Su Discord un’appassionata si dice molto contenta dello sviluppo della litrpg in Francia. Per lei l’arrivo di questo sottogenere “dimostra che i videogiochi e i libri sono compatibili. Si possono avere storie molto belle non solo attraverso i manga ma anche con i romanzi”. Rimane difficile capire se un giorno la litrpg riuscirà a imporsi anche in Francia. ◆ adr

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Questo articolo è uscito sul numero 1609 di Internazionale, a pagina 87. Compra questo numero | Abbonati