Nell’Italia degli anni novanta il più importante sigillo d’approvazione su un’audiocassetta non era quello di una casa discografica e neanche l’adesivo con il giudizio di una rivista specializzata, ma una scritta rigorosamente stampata artigianalmente che recitava: “Mixed by Erry”. Quel marchio compariva su qualsiasi tipo di musica, dal rap al canto gregoriano fino alle registrazioni dei cinguettii degli uccelli. Il fatto che l’operazione fosse completamente illegale non era certo un deterrente, né per i consumatori né per i musicisti a cui il re delle cassette pirata stava dando la fregatura.

Enrico Frattasio aveva creato un’etichetta di compilation musicali all’inizio degli anni ottanta vendendo le sue cassette ai gestori delle bancarelle abusive nel suo quartiere a Napoli, e quelli le smerciavano insieme alle sigarette di contrabbando. Alla fine del decennio Erry aveva allargato la sua attività a tutta l’Italia e non solo: le sue cassette si trovavano anche in Romania e a Hong Kong. All’apice del successo, l’organizzazione che stava dietro al marchio Mixed by Erry dava lavoro a cento persone, tra cui i fratelli di Erry: Claudio, Peppe e Angelo. Gli incassi annuali corrispondevano a circa 4,5 milioni di euro attuali.

Gli incassi annuali corrispondevano a circa 4,5 milioni di euro attuali

Il primo negozio

Marco Messina, dei 99 Posse, i dominatori della scena hip hop italiana negli anni novanta e duemila, ammette che il gruppo deve parte del suo successo alle cassette Mixed by Erry. “Da un punto di vista individuale, è evidente che hanno fatto soldi grazie a me e io non ci ho guadagnato nulla. Ma in termini sociali hanno diffuso la mia musica, permettendo che fosse metabolizzata meglio”. In Italia il marchio era diventato oggetto di culto, regalando a Erry una reputazione controversa. Alcuni lo considerano un criminale che si è arricchito sulle spalle degli artisti, mentre altri gli riconoscono il merito di aver portato la buona musica al grande pubblico. Di recente Netflix ha coprodotto un film ispirato alla sua vita.

Frattasio è nato a Forcella, un quartiere popolare di Napoli, e ha scoperto la musica in modo indiretto grazie all’attività del padre, che vendeva alcol di contrabbando. “Quando avevo dodici anni mio padre mi ha mandato a fare l’apprendista in uno studio di registrazione per tenermi lontano dalle cattive compagnie”, cioè gli spacciatori della camorra, racconta oggi. “Mi sono appassionato alla musica e ho cominciato a creare compilation su richiesta”. A diciassette anni aprì il suo primo negozio dopo aver vinto una somma di denaro giocando la schedina del Totocalcio. La sua prima produzione fu un remix di Ancora, un brano romantico del cantante napoletano Gennaro De Crescenzo, con una cover francese della stessa canzone. Anche se non aveva attrezzature per fare un missaggio di qualità, quella creazione ebbe un successo tale che “la gente andava alla Discoteca Meridionale, uno dei più grandi negozi di dischi di Napoli, chiedendo la canzone di De Crescenzo mixata dal tizio di Forcella”, ricorda Enrico.

Con il passare del tempo l’attività di Frattasio diventò più professionale. Quando diffuse una copia pirata dell’album-raccolta Studio 54 – che comprendeva tracce del famoso club di New York mixate dal dj radiofonico italiano Foxy John – Enrico adottò il marchio che lo avrebbe reso famoso e ribattezzò l’opera Studio 54 Mixed by Erry. Con la crescita dei guadagni entrarono in affari anche i suoi fratelli. Il maggiore, Peppe, diventò il manager dell’attività, “spinto dalla necessità di portare il pane a casa dopo la nascita di sua figlia”, spiega Enrico. Fu Peppe a espandere il mercato oltre i confini di Napoli, importando cd e cassette dalla Bulgaria e visitando le esposizioni in Asia per tenersi aggiornato sulle nuove tecnologie. “Eravamo spacciatori di musica”, racconta Peppe. “Usavamo prodotti di qualità, ci impegnavamo moltissimo e ascoltavamo le cassette per aggiustare i bassi e gli alti. Avevamo un catalogo immenso”.

Curatore artistico

“Grazie all’esperienza dei miei fratelli siamo passati da cinquanta a trecentomila copie dei nostri grandi successi”, racconta Frattasio. Più che un semplice duplicatore, era un creatore di gusti. Alla fine di un album gli capitava di includere due canzoni di un altro artista che chi ascoltava la cassetta avrebbe potuto apprezzare. “Ero l’equivalente anni ottanta di YouTube e Spotify”, spiega. “Il punto non erano i soldi. Creavo compilation. Per farne una mi ci volevano un paio di giorni. Ero una specie di curatore artistico”.

Le cassette Mixed by Erry diventarono talmente amate da far nascere perfino dalle imitazioni. Contraffazioni di cassette contraffatte. Mixed by Erry era una sorta di marchio registrato, per quanto illegale. Puntando sull’elevata qualità delle cassette, Frattasio le proponeva come “falsi originali”, con una stampa speciale che invitava i consumatori a non comprare le imitazioni. Sulla copertina si leggeva: “Le cassette con le fotocopie non sono Erry”.

“La maggior parte delle altre cassette pirata era di pessima qualità, comprese le false Mixed by Erry. Quelle ‘originali’ invece usavano prodotti di alto livello”, conferma l’etnomusicologa napoletana Simona Frasca, autrice del libro Mixed by Erry. La storia dei fratelli Frattasio (ad est dell’equatore 2023). Frasca ha intervistato i Frattasio a partire dal 2019 ed è convinta che la loro storia rifletta le dinamiche culturali ed economiche dell’Italia meridionale dell’epoca: “Tutto era illegale, ma le autorità erano tolleranti perché in quel modo si riduceva il problema della disoccupazione”. La teoria di Frasca rispecchia l’esperienza personale dei fratelli Frattasio. “Nel mio quartiere tutti sopravvivevano con l’alcol e le sigarette di contrabbando”, racconta Peppe. “A noi sembrava tutto legale. Se la polizia entrava nel negozio e ci chiedeva cosa stavamo facendo, rispondevamo ‘facciamo cassette’”.

Fine di un’era

Marco Messina spiega che “le persone che compravano le cassette non potevano permettersi i dischi originali”. Questo è il motivo per cui i fratelli Frattasio continuarono a lavorare per anni. “Ogni tanto la polizia confiscava tutto, ma avevano tanti di quei laboratori che il giorno successivo potevano ricominciare da un’altra parte”, spiega Frasca.

Nonostante i fratelli Frattasio distribuissero le loro cassette usando la stessa rete dei contrabbandieri di sigarette, Mixed by Erry era diventata la terza “casa discografica” italiana dopo i giganti internazionali Rca e Sony.

Alla fine, com’era inevitabile, il clima cambiò. Con l’avvento dei cd, che costavano di più delle cassette, l’industria discografica fece pressione sulle autorità italiane per far rispettare le leggi. Nel 1996 il governo introdusse una norma che prevedeva pene più severe per la pirateria, in un periodo in cui in generale c’era un atteggiamento più duro verso la criminalità nell’Italia meridionale. Nel 1997 i Frattasio furono arrestati, al termine di un’indagine in cui erano state usate perfino intercettazioni e agenti infiltrati. I tre fratelli e il padre Pasquale furono condannati a quattro anni di carcere, in gran parte scontati agli arresti domiciliari.

Era la fine dell’era Mixed by Erry, ma il ricordo di quel periodo è sopravvissuto. Per molti italiani era stata un’occasione per conoscere i grandi musicisti internazionali. “Ho scoperto Prince grazie a Mixed by Erry”, spiega Frasca. Per altri artisti, Mixed by Erry era una sorta di trampolino di lancio. “Molti cantanti, soprattutto neomelodici (un genere spiccatamente napoletano, molto amato anche negli ambienti della criminalità) chiedevano di essere inclusi nelle nostre compilation”, racconta Enrico.

Il film Mixed by Erry, di Sydney Sibilia, presenta i Frattasio non come criminali o come eroi, ma come ragazzi che amavano la musica e sono finiti in un giro più grande di loro. I veri fratelli Frattasio sembrano aver apprezzato l’operazione. Enrico ha fatto il dj alla prima del film, a Napoli. “Il mito Erry è tornato all’antica passione”, ha scritto il quotidiano locale Il Mattino.

Quel progetto può ancora contare su un nutrito gruppo di fan. Su Facebook esiste una pagina che riunisce gli appassionati, mentre su eBay una cassetta originale Mixed by Erry può costare anche 150 euro. Sulla piattaforma Mixcloud, il dj italiano Renato de Vita gestisce una pagina in cui è possibile ascoltare vecchie cassette e un’altra che propone i remix di giovani dj che si sono ispirati a Frattasio. “Erry non era un dj, non era un produttore e non era un musicista”, si legge nella seconda pagina. “Erry era un supereroe, come Zorro”. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1503 di Internazionale, a pagina 36. Compra questo numero | Abbonati