La pandemia di covid-19 ha spinto molti a interrogarsi sul modo in cui in passato gli esseri umani si sono confrontati con le malattie infettive, riprendendo vecchie ricerche e facendone di nuove. Questo libro, scritto da un economista dello sviluppo, costituisce una sintesi di questi studi e offre chiavi interpretative generali.

Kenny parte da una critica della teoria malthusiana secondo cui la popolazione è destinata periodicamente a ridursi a causa di malnutrizione e infezioni. Secondo Kenny, nonostante l’intensificarsi delle epidemie, causato prima dall’agricoltura e dall’allevamento (che hanno avvicinato uomini e animali), poi dallo sviluppo del commercio, infine dai processi di globalizzazione e urbanizzazione, l’umanità è riuscita a difendersi tramite sistemi sempre più efficaci: il distanziamento, la sanificazione e i progressi della medicina e della vaccinazione.

Generoso in esempi e attento a comparare la storia con l’esperienza degli ultimi due anni, il libro si conclude con alcune tesi più generali, improntate a un moderato ottimismo: la limitazione degli spostamenti non è una misura utile quanto la prevenzione e lo sviluppo di monitoraggi e ricerca; le nuove minacce (come la resistenza agli antibiotici) possono essere superate; le politiche sanitarie (che già i vittoriani criticavano con argomenti simili a quelli dei no vax contemporanei) sono la chiave per continuare a progredire. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1429 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati