Manlio Castagna – sceneggiatore, scrittore e per oltre vent’anni nella direzione cinematografica del Giffoni film festival – ha scritto un libro con al centro il grande cinema. In tempi dove le piattaforme imperversano e ne distruggono il linguaggio, è un atto coraggioso. La storia prende spunto dalla Rosa purpurea del Cairo di Woody Allen. Se nel film a entrare dentro lo schermo era Cecilia, una giovane, interpretata da Mia Farrow, alle prese con la grande depressione degli anni trenta, qui in un cinema che si chiama Kazan (come il grande regista Elia Kazan) a fare come lei è Dedalo, un ragazzo un po’ timido e annoiato perché dove abita non succede mai niente. Dedalo va al cinema, e sullo schermo appare lei, Dharma Farrow. E, come nel film, anche a Dedalo succede di tutto. Prima diventa amico di Dharma, ma siccome c’è un mostro che se la vuole mangiare, decide di salvarla, semplicemente uscendo dallo schermo insieme a lei. Ma si può? La trama in realtà è un pretesto per un viaggio bellissimo. E questo libro fa capire perché bisogna studiare cinema a scuola. Soprattutto nel paese che ha avuto Federico Fellini, Luchino Visconti e Mario Monicelli. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1528 di Internazionale, a pagina 77. Compra questo numero | Abbonati