Kostas Theodorakopoulos, 60 anni, ha dovuto aspettare più di un anno prima di poter ricevere la sua pensione per intero. È stato costretto ad andare decine di volte negli uffici dell’ente che gestisce il suo fondo pensione. “È un percorso di guerra”, dice. “Riceviamo le briciole dallo stato per sopravvivere, ma sarebbe meglio avere dei risparmi per tirare avanti”. Negli uffici della previdenza sociale si accumulano montagne di pratiche. Una giornalista pagata ad articolo si presenta con le sue fatture per fare i conti con una funzionaria che tenta di stimare i sussidi sociali a cui ha diritto.

Queste scene sono ancora frequenti in Grecia, anche se appartengono sempre di più al passato. Dall’inizio della pandemia il governo ha accelerato il passaggio al digitale dei servizi pubblici. Dal 21 marzo 2020, quando le scuole e le attività commerciali erano appena state chiuse, il ministero per l’amministrazione digitale ha lanciato la piattaforma gov.gr, che riunisce 501 servizi disponibili online. “Da allora l’offerta continua ad aumentare. Adesso ci sono più di 1.315 servizi, e i cittadini li usano sempre di più: nel 2021 le pratiche online con l’amministrazione pubblica sono state 566 milioni, sei volte di più rispetto al 2020”, assicurano al ministero dell’amministrazione digitale. “Tra l’estate del 2020 e il marzo del 2021 i greci hanno risparmiato 75mila ore, che in precedenza avrebbero trascorso in fila negli uffici pubblici”.

Durante il primo lockdown, tra il 23 marzo e il 4 maggio 2020, le autorità hanno usato un sistema di sms per digitalizzare i certificati che consentivano di uscire. All’inizio della campagna vaccinale è stata lanciata un’app che permette di fissare l’appuntamento per la vaccinazione e ottenere l’attestato. “La pandemia ha accelerato la trasformazione digitale, perché i cittadini dovevano essere messi in condizioni di sicurezza e lo stato doveva continuare a funzionare correttamente”, ha dichiarato il ministro per l’amministrazione digitale Kyriakos Pierrakakis. In un paese in cui, secondo l’Eurostat, quasi il 20 per cento della popolazione tra i 15 e i 64 anni non ha né accesso a internet né le competenze per usare la rete (nel 2019 la media dell’Unione europea era del 10 per cento), vincere questa scommessa non era certo scontato.

“Da vent’anni ci sono investimenti importanti nel settore digitale, ma i progressi sono pochi a causa delle resistenze dei dipendenti pubblici e del sistema clientelare che caratterizza l’amministrazione”, osserva Panagiotis Karkatsoulis, direttore dell’Istituto di ricerca sulle politiche regolamentari. “Prima era molto più facile far scivolare una busta sotto il tavolo di un funzionario per accelerare una pratica”, aggiunge Diomidis Spinellis, direttore del dipartimento di scienze e tecnologie gestionali dell’università di Atene.

I fondi europei

Per accelerare questa rivoluzione digitale il governo ha deciso di investire 6,4 dei 30,5 miliardi di euro destinati alla Grecia dal piano di rilancio europeo. Tra i 455 progetti coinvolti c’è la semplificazione delle procedure di divorzio e per la compravendita d’immobili, che in futuro si svolgeranno dal notaio senza bisogno di accumulare scartoffie, ma anche la creazione di un registro che permetterà a ogni cittadino di sapere cose serve per tutte le pratiche pubbliche.

Pierrakakis afferma che “la transizione digitale riduce le disuguaglianze, perché offre a tutti un migliore accesso allo stato”. Tuttavia, affinché il progetto abbia successo, secondo Spinellis è indispensabile risolvere alcuni problemi di fondo, come “la lentezza di internet in Grecia”, e poi bisogna “formare i funzionari” e far restare nel paese gli informatici migliori. “Tanti si trasferiscono all’estero, dove gli stipendi sono tre volte più alti”.

Gli analisti avvertono che il passaggio al digitale non dev’essere legato solo ai fondi europei, ma far parte di una strategia di lungo periodo. Infine, per cambiare davvero la vita dei cittadini, bisogna “ridurre la burocrazia”, conclude Karkatsoulis. “Dovrebbe essere possibile sbrigare una pratica rivolgendosi a un solo ufficio”. ◆ gim

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Questo articolo è uscito sul numero 1448 di Internazionale, a pagina 102. Compra questo numero | Abbonati