I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana Michael Braun del quotidiano berlinese Die Tageszeitung.

Era un terrorista come tanti altri nell’Italia della fine degli anni settanta, con una differenza: Marco Donat-Cattin era uno dei leader di Prima linea, organizzazione terroristica seconda solo alle Brigate rosse, ma era anche figlio di Carlo Donat-Cattin, uno dei politici più in vista della Dc, partito-stato incarnazione di quel potere contro cui giovani come Marco avevano preso le armi. Quando nel 1980 si diffuse la notizia che il padre si era informato con l’allora presidente del consiglio Francesco Cossiga sulle indagini della polizia su suo figlio esplose uno scandalo che Il figlio terrorista di Monica Galfré ricostruisce. Ma quello che rende il libro prezioso è il fatto che ricostruisce anche la parabola di Marco sullo sfondo delle scosse sociali e politiche causate dal 1968 prima e dai movimenti del 1977 poi. Il giovane torinese aveva fatto la scelta della lotta armata come molti suoi coetanei. Non erano alieni ma persone a loro modo normali. Marco era capace di partecipare a un omicidio “politico” e di partire il giorno dopo con la ragazza per una vacanza in Sardegna. È questa la forza del libro: non condanna né assolve ma, senza nulla togliere all’efferatezza delle sue azioni, restituisce il personaggio di un ragazzo che voleva cambiare il mondo, seminando morte e rovinando la sua vita.

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Questo articolo è uscito sul numero 1457 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati