I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana Michael Braun del quotidiano berlinese Die Tageszeitung.

Il rapimento e l’assassinio di Roberto Peci sono stati uno dei delitti più feroci nella storia delle Brigate rosse. Sequestrarono il giovane antennista di San Benedetto del Tronto e, dopo un processo farsa, arrivò la sentenza di morte, eseguita nell’agosto del 1981, dopo 54 giorni di prigionia. La colpa di Roberto: essere il fratello minore di Patrizio, il primo grande pentito delle Br che, arrestato nel 1980, aveva cominciato a vuotare il sacco, permettendo l’arresto di decine di brigatisti. Mario Di Vito ricostruisce questa storia in maniera originale. Il protagonista è Mario Mandrelli, il procuratore del tribunale di Ascoli Piceno che condusse le indagini e poi rappresentò l’accusa nel processo ai brigatisti, a cominciare da Giovanni Senzani, leader delle Br al tempo del sequestro. Anche Mandrelli abitava a San Benedetto del Tronto. Ma ormai anche quella cittadina sull’Adriatico subiva l’impatto del terrorismo, e Mandrelli viveva sotto scorta. Di Vito restituisce benissimo il clima di quegli anni, che non risparmiava neanche i piccoli centri di provincia. E racconta con precisione la parabola delle Br, nate per fare la rivoluzione ma finite, con l’assassinio di Roberto Peci, a commettere un delitto che era una vendetta trasversale in perfetto stile mafioso. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1501 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati