I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana Michael Braun del quotidiano berlinese Die Tageszeitung.

Chi se ne andava dall’Italia in cerca di una vita migliore, chi invece in fuga dalla polizia: furono migliaia gli anarchici italiani che alla fine dell’ottocento o nei primi decenni del novecento fecero le valigie per raggiungere gli Stati Uniti, l’Argentina, l’Australia, la Francia o il Belgio. A loro Antonio Senta dedica Pane e rivoluzione. L’anarchia migrante che, come i suoi protagonisti, spazia in tutti i continenti. Ci racconta vite irrequiete di persone perseguite da mandati di arresto e fogli di via che spesso erano costrette a spostarsi anche più volte di paese in paese, dall’Argentina all’Uruguay, dalla Francia al Belgio, dagli Stati Uniti al Messico. Protagonisti che troviamo nella Russia bolscevica come in Spagna, dove combattono in prima linea nella guerra civile. E ci racconta persone che oltre a teorizzarlo mettevano anche in pratica il loro ideale libertario di emancipazione, formando all’estero gruppi di anarchici italiani che al di là dell’attività politica diventavano vere comunità. Comunità in cui non solo gli uomini, ma anche le donne erano protagoniste, con battaglie che oggi chiameremmo femministe. Senta ha il grande merito di aprire una finestra su quel movimento transnazionalista e internazionalista, spesso colpevolmente tralasciato nella storiografia sul movimento operaio. ◆

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1598 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati