coronavirus

Un’attenta analisi delle informazioni di cui disponiamo sui primi casi di covid-19 rafforza l’ipotesi che la pandemia sia cominciata con la trasmissione dagli animali agli esseri umani nel mercato di Huanan a Wuhan, in Cina. Secondo questo nuovo studio, la prima persona ad ammalarsi, l’11 dicembre 2019, è stata una donna che lavorava a un banco del pesce.

angelo monne

È ormai noto che il sars-cov-2 deriva dai coronavirus dei pipistrelli. Quello che invece non si sa è dove, quando e come sia passato da loro a noi. Dato che i primi casi erano associati al mercato di Huanan, si è subito ipotizzato che animali vivi avessero agito da ospiti intermedi.

In base a un rapporto sulle origini del covid-19 pubblicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) all’inizio del 2021, il primo caso di contagio risale all’8 dicembre 2019 e non ha legami con il mercato. È anche per questo, conclude il rapporto, che è impossibile stabilire con certezza che la pandemia sia cominciata lì.

Informazione errata

In realtà il paziente, un ragioniere di 41 anni che viveva a trenta chilometri dal mercato, si era presentato l’8 dicembre in ospedale per problemi ai denti, e solo il 16 erano comparsi i primi sintomi del covid-19, scrive Michael Worobey dell’università dell’Arizona, autore del nuovo studio. Le date sono confermate da interviste rilasciate dal ragioniere, dalle cartelle cliniche dell’ospedale e da una ricerca scientifica. Non è chiaro perché il rapporto dell’Oms contenga quella informazione errata, dato che gli autori avevano parlato con l’uomo. “Forse si sono accontentati di sapere che era stato ricoverato l’8 dicembre, senza approfondire”, ipotizza Worobey. Alla domanda se il rapporto fosse sbagliato, un portavoce dell’Oms ha risposto che è difficile commentare casi singoli. “La squadra ha parlato con alcuni dei primi pazienti, ma le interviste non erano di carattere epidemiologico e non permettevano di costruire una cronologia”, ha spiegato.

Secondo il rapporto dell’Oms, un terzo dei 168 casi del dicembre di due anni fa, individuati a posteriori, è riconducibile al mercato di Huanan, un dato che per Worobey rafforza l’ipotesi che il contagio sia partito da lì. Dato che il virus era altamente infettivo e in grado di diffondersi senza causare sintomi, il legame diretto con il mercato si è perso rapidamente. Alcuni suggeriscono che questo legame apparentemente forte sia emerso per una scelta arbitraria, perché dopo l’allarme del 29 dicembre le autorità si sono subito concentrate sul mercato.

Secondo Worobey, invece, per capire la verità basta verificare quello che è successo nei primi tre ospedali in cui i medici si sono accorti che qualcosa non tornava: diciannove casi di polmonite atipica, dieci dei quali legati al mercato di Huanan, sono stati individuati prima che le autorità fossero allertate. “C’era quindi una prevalenza di casi associati al mercato”, commenta. Più precisamente, alla parte occidentale del mercato che ospita gli animali vivi, tra cui i cani procioni, che sono potenziali ospiti intermedi del sars-cov-2.

“Tutti questi elementi combinati forniscono una prova convincente del fatto che il covid-19 si sia sviluppato in un mercato con animali vivi, proprio come la sars”, dice David Robertson dell’università di Glasgow. “Ma non è chiaro se il virus sia passato direttamente dagli animali ai clienti o attraverso i venditori”.

Non tutti i ricercatori sono d’accordo. “Nello studio non c’è niente che renda l’origine naturale del sars-cov-2 più verosimile di quella in laboratorio”, dice Rossana Segreto dell’università di Innsbruck.

Altre scoperte recenti, però, mettono ulteriormente in dubbio l’ipotesi dell’origine artificiale del virus, che secondo molti ricercatori non ha mai avuto basi solide. In particolare, i coronavirus più simili al sars-cov-2 individuati finora sono diffusi tra i pipistrelli del Laos. Questi virus selvatici hanno in comune con il sars-cov-2 tratti che alcuni studiosi dicevano si sarebbero potuti creare solo in laboratorio. Una comunanza che dimostra come in realtà questi tratti si sviluppino in natura. ◆ sdf

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Questo articolo è uscito sul numero 1437 di Internazionale, a pagina 107. Compra questo numero | Abbonati