All’inizio di agosto Amazon ha annunciato l’acquisto dell’iRobot, l’azienda che produce il robot aspirapolvere Roomba. In apparenza è l’operazione di un colosso del commercio online che compra un prodotto molto popolare (quaranta milioni di esemplari venduti negli ultimi vent’anni) da offrire ai suoi clienti. Roomba ha conquistato una grande fetta del mercato dei robot aspirapolvere (il 75 per cento di quello statunitense), che vale tre miliardi di dollari all’anno. Da questo punto di vista l’accordo appare sensato. Sospetto, però, che per Amazon l’accordo non abbia niente a che vedere con la pulizia dei pavimenti, ma piuttosto con l’insinuarsi ancora di più nella vita delle persone. E questo dovrebbe preoccuparci.

L’accordo con l’iRobot segue una strategia di Amazon ben nota: dominare un settore a forza di acquisizioni. Diverse aziende producono e vendono robot aspirapolvere. Roomba però è il nome più diffuso, al punto da essere diventato sinonimo stesso di robot aspirapolvere. Attraverso l’acquisizione dell’azienda che produce il prodotto più popolare del settore, Amazon può accrescere il suo monopolio senza dover competere davvero con la concorrenza. L’azienda fondata da Jeff Bezos, infatti, può associare Roomba al monopolio delle vendite online e al suo servizio in abbonamento Prime, lasciando che gli altri marchi di aspirapolvere si indeboliscano e si atrofizzino, senza poter conquistare l’attenzione degli utenti e la preminenza di Roomba sul più importante sito di commercio online degli Stati Uniti. Amazon ha usato questa strategia per garantirsi una posizione dominante nella vendita di un’ampia gamma di prodotti tecnologici per le abitazioni, tutti progettati per ampliare ulteriormente il controllo nel settore della domotica. L’azienda vende i suoi altoparlanti smart Echo sottocosto, servendosi della stessa strategia predatoria sui prezzi usata per vendere i pannolini, il Kindle e perfino il servizio Prime Video, con l’obiettivo di spazzare via la concorrenza e rafforzare il suo primato.

L’acquisto dell’iRobot, tuttavia, non riguarda solo la possibilità di controllare il settore dei robot aspirapolvere né si ferma al settore dei dispositivi per le case intelligenti. Roomba è un altro canale per entrare nelle case e nella vita delle persone. Grazie a questo dispositivo, Amazon potrebbe mappare i luoghi in cui vive chi lo possiede e capire cosa hanno in casa e cosa sarebbe opportuno vendere alle centinaia di milioni di clienti registrati nel sistema.

Altoparlanti smart

Amazon ha ottenuto una posizione di dominio nel mondo della tecnologia per la casa comprando altre aziende. Nel 2013 ha acquisito la Evi Technologies, attiva nel settore degli assistenti vocali, che è servita a creare Alexa, la voce di Echo e di gran lunga il più diffuso assistente vocale per altoparlanti smart. Poi, per estendere la capacità di ascolto e osservazione nelle case degli utenti, Amazon ha comprato altre due aziende: il produttore di macchine fotografiche Blink, nel 2017, e l’azienda di videocitofoni Ring, nel 2018. Oggi si stima che Ring copra il 40 per cento dei videocitofoni installati negli Stati Uniti.

Questi dispositivi hanno dato ad Amazon un accesso incredibile alla vita quotidiana delle persone. È ampiamente documentato il fatto che l’azienda si sia servita dei dati della sua vastissima rete di tecnologia domestica per rafforzare il suo monopolio. Da anni, per esempio, Amazon usa l’algoritmo di Alexa per indirizzare i clienti verso i suoi prodotti. Ring monitora e registra qualsiasi interazione con il citofono di un cliente, ogni trillo di campanello e ogni movimento nei pressi dello spazio esterno alla porta.

La caccia di Amazon ai dati dei clienti suscita preoccupazioni profonde sul modo in cui l’azienda usa le immagini e i suoni catturati dai suoi prodotti di tecnologia domestica. La società ha collaborato con i dipartimenti di polizia in tutti gli Stati Uniti per installare i citofoni Ring e sorvegliare gli abitanti di un quartiere a loro insaputa e senza il loro consenso. Amazon condivide le immagini video catturate dai suoi citofoni con la polizia senza alcun mandato o autorizzazione. I suoi altoparlanti Echo hanno catturato conversazioni private e le hanno condivise senza il permesso delle persone spiate. Sul sito web di Amazon si legge: “Può capitare a volte che Alexa si accenda anche in casi in cui la parola d’attivazione non è stata effettivamente pronunciata e il dispositivo crede di averla sentita”, ma l’azienda “migliora di continuo la tecnologia per identificare correttamente la parola d’attivazione”.

Gli ultimi modelli di Roomba catturano informazioni a cui Amazon non ha ancora accesso. Il nuovo sistema operativo dell’iRobot mappa la pianta dei pavimenti e i contenuti degli spazi in cui opera. Gli aspirapolvere sono stati dotati di telecamera per poter rispondere a comandi tipo: “Pulisci davanti al divano”. Questo vuol dire che il dispositivo sa che tipo di divano avete, e lo stesso vale per la culla o la cuccia del cane. Se l’accordo dovesse andare in porto, ora lo saprà anche Amazon, senza bisogno del vostro consenso.

Se quest’accordo vi sembra brutto e invadente, è perché lo è. Le persone comprano un Roomba per avere qualcosa che pulisca il pavimento, non per avere un aspira-dati rotante dotato di fotocamera che scansiona la loro casa e ciò che c’è dentro, inviando poi le informazioni al più potente monopolio di vendita al dettaglio del mondo. La caccia ai dati di Amazon non è solo inquietante: è una barriera per qualsiasi altra azienda voglia entrare nel mercato delle case intelligenti. Con le sue acquisizioni Amazon è in grado di schiacciare ogni altro rivale. Ogni pezzo d’informazione che raccoglie sulla vita delle persone – cosa vogliono comprare, quali domande fanno più spesso, cosa hanno nella loro abitazione – alza ulteriormente la barriera che impedisce una concorrenza leale. Le autorità esamineranno l’accordo con l’iRobot. L’orientamento dell’antitrust statunitense sta cambiando sotto la presidenza di Lina Khan, critica verso i monopoli in generale e Amazon in particolare. Se l’antitrust vedrà quest’accordo come lo vedo io, Amazon potrebbe essere costretta a lasciare a qualcun altro il settore della pulizia dei pavimenti. ◆ gim

Ron Knox è un ricercatore dell’Institute for local self-reliance, un’organizzazione che difende i diritti dei consumatori e delle comunità locali dal potere delle grandi aziende.

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Questo articolo è uscito sul numero 1477 di Internazionale, a pagina 112. Compra questo numero | Abbonati