C’è qualcosa nel culto di sant’Antonio Abate (il sant’Antuono del sud, per distinguerlo dal più universalmente noto Antonio da Padova) che ricorda la vicenda di Prometeo. Nella sua notte del 17 gennaio si realizzano prodigi; gli animali parlano, si benedicono le stalle, si accendono fuochi. In diverse narrazioni tradizionali il santo eremita si reca all’inferno, assieme al maiale che sempre lo accompagna, e approfittando del trambusto creato dall’animale-corpo (per eccellenza) ruba il fuoco e lo nasconde nella ferula all’interno del suo bastone che termina con il Tau della conoscenza. Celebri sono le sue tentazioni nel deserto. Ma quali sono oggi le tentazioni con le quali il Male può sedurre questo ladro del fuoco, questo iniziatore della techne ? Da quel “fuoco scintilla di ragione” ai satelliti plutocratici di cui si è riempito il cielo, al drone, al missile ipersonico nucleare, all’arma batteriologica, alla clonazione, alla mutazione genetica, alla mercificazione del desiderio, in quante nuove tentazioni vampeggia il maligno desiderio di annientamento che sta nella natura umana? Riuscirà il santo Prometeo, il pre-vedente che ha portato in dono all’uomo la ragione, la tecnica e il discernimento, a resistere alla tentazione di fare della terra lo stabilimento dell’inferno, nel nome di cento paradisi?

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Questo articolo è uscito sul numero 1598 di Internazionale, a pagina 12. Compra questo numero | Abbonati