“Qui ci sono 1.600 lampadine a led. Le ho montate io stesso, una per una”. Lali Szocs alza gli occhi al soffitto dell’enorme serra per la produzione di pomodori, la seconda più grande in Svezia. “Ci ho lavorato un mese senza sosta”, racconta. “Ma poi abbiamo dovuto spegnerle, lasciar appassire ventimila piante e gettare cinque tonnellate di pomodori”.

Szocs ci guida in questa giungla a Elleholm, nella contea sudorientale del Blekinge. Trecce verdi sbucano dal substrato di lana di roccia e arrivano fino al soffitto. Tubi pieni di acqua calda corrono accanto alle piante, assicurando una temperatura stabile. “Riceviamo il calore in eccesso da una cartiera vicina, quindi i nostri consumi energetici dipendono principalmente dalle lampadine”, afferma Szocs.

Szocs, di origini romene, lavora all’Elleholms Tomatodling da quando è arrivato in Svezia, 17 anni fa. Ma nel 2021 “è andato tutto al diavolo”. Per la prima volta avevano deciso di coltivare i pomodori anche d’inverno. Il titolare dell’azienda, Tomas Lilja, aveva contratto un prestito di 7,5 milioni di corone (700mila euro) per l’impianto di illuminazione. Ma poi i prezzi dell’elettricità hanno cominciato a salire. Lilja afferma che quest’anno non farà nessuna coltivazione invernale. “Pagare il mutuo ci costa meno che coltivare a questi prezzi”, dice, spiegando che oggi l’energia rappresenta il 25-30 per cento dei costi di produzione. Nel 2021 l’elettricità, che prima costava fra i 30 e i 50 centesimi al kilowattora, è salita a più di una corona, e ora ha superato le tre corone. “Quest’autunno sarà anche peggio”, sospira Lilja.

A pochi giorni dalle elezioni Lilja, che è anche rappresentante locale del piccolo partito liberalconservatore Coalizione civica, non ha dubbi su quale sia la principale preoccupazione degli abitanti della Svezia meridionale. “Il prezzo dell’elettricità è il tema più scottante”, sostiene Lilja. Il quotidiano svedese Dagens Nyheter gli dà ragione: la questione del prezzo dell’energia potrebbe decidere chi vincerà tra le coalizioni di sinistra e di destra, attualmente in parità nei sondaggi.

Anche Szocs è convinto che la crisi energetica sarà determinante, almeno per gli elettori di questa regione. Qui nel 2018 i socialdemocratici avevano perso il 9,8 per cento, scendendo al 35,1 per cento, mentre i Democratici svedesi (estrema destra) avevano raggiunto il 29,2 per cento, crescendo di 7,4 punti. Quando gli chiediamo quale potrebbe essere la soluzione, Szocs risponde senza esitare: “Il nucleare”.

Nuove priorità

Arriviamo in Svezia da sud, e già imboccando il ponte sull’Öresund abbiamo l’impressione di essere immersi nella campagna elettorale. Alla nostra sinistra c’è la centrale dismessa di Barsebäck. L’ultimo reattore è stato spento nel 2005, ma recentemente la leader dei Cristianodemocratici Ebba Busch si è espressa in favore della costruzione di una nuova centrale nello stesso sito. Inoltre è proprio attraverso l’Öresund che sono contrabbandate la droga e le armi da cui traggono profitti le famigerate bande criminali svedesi, che nel 2022 hanno compiuto più di un omicidio alla settimana.

La prima fermata del treno è Hyllie, un sobborgo di Malmö dove recentemente un quindicenne ha aperto il fuoco in un centro commerciale, uccidendo il leader di una gang e ferendo gravemente una passante. Bambini e adulti hanno assistito in prima persona a quello che è stato il grande tema elettorale dell’estate: le sparatorie. La criminalità è il cavallo di battaglia della destra svedese, ma anche il governo socialdemocratico si è gettato nella mischia. La premier Magdalena Andersson ha promesso di “sradicare le bande” e mettere fine alla segregazione etnica. “Non voglio Chinatown, Somalitown o Little Italy in Svezia”, ha dichiarato.

Negli ultimi giorni però il governo ha cambiato passo, affermando che i prezzi dell’energia sono la priorità. Andersson ha annunciato che avrebbe rinunciato ad alcuni eventi della campagna elettorale per occuparsi della questione in sede europea. “È assurdo che le famiglie e le aziende svedesi acquistino elettricità svedese, prodotta a costi contenuti, ma debbano pagare prezzi altissimi solo perché i paesi vicini dipendono dal gas russo”, ha affermato, aggiungendo di volersi impegnare per sganciare il prezzo dell’elettricità da quello del gas. Dopo che la Russia ha chiuso il gasdotto Nord Stream, la premier ha annunciato 90 miliardi di corone (8,4 miliardi di euro) di sussidi per le bollette e garanzie di liquidità per centinaia di miliardi alle aziende.

Il dibattito sul nucleare è un tema costante nella politica svedese. Negli anni settanta e ottanta c’erano continue manifestazioni contro la centrale di Barsebäck. Negli anni novanta si decise di chiuderla, e sotto il governo del premier socialdemocratico Göran Persson fu avviato lo spegnimento dell’ultimo reattore. Oggi la carcassa riposa placida tra i campi coltivati, a pochi chilometri da Malmö.

L’impianto però continua ad agitare il dibattito pubblico. “Costruiamo al più presto una nuova Barsebäck”, ha dichiarato la leader dei cristianodemocratici nei giorni scorsi. Insieme ai Moderati e ai Liberali – e naturalmente al leader dei Democratici svedesi Åkesson – Ebba Busch ha alzato i toni, attribuendo la colpa dell’aumento dei prezzi ai Socialdemocratici, perché erano al potere quando fu chiusa Barsebäck e perché governavano insieme al Partito ambientalista quando furono spenti anche i reattori delle centrali di Ringhals e Oskarshamn.

La destra incolpa la coalizione rossoverde per la crisi energetica svedese e per il fatto che la centrale termoelettrica di Karlshamn, a poca distanza da Elleholm, attualmente brucia decine di migliaia di litri di petrolio al giorno. Recentemente i Socialdemocratici hanno aperto alla costruzione di nuove centrali, anche se a differenza della destra non vogliono stanziare miliardi di corone per coprire gli investimenti delle aziende. Molti fanno notare che sono stati gli stessi direttori delle centrali a decidere lo spegnimento dei reattori, troppo vecchi e costosi.

Ma questi argomenti non interessano a Staffan Appelros, candidato dei Democratici svedesi a Malmö. “I Socialdemocratici e il Partito ambientalista dicono che d’ora in poi tutto dovrà essere alimentato a elettricità, poi spengono le centrali. È una sciocchezza”, tuona Appelros durante un comizio. Dietro di lui si leggono slogan come “La Svezia tornerà grande” ed “Energia svedese”. “Le questioni dell’energia e del nucleare sono molto sentite, ma temo che la loro rilevanza aumenterà ancora dopo le elezioni. Le bollette più pesanti devono ancora arrivare”, avverte. ◆ lv

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Questo articolo è uscito sul numero 1477 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati