Gli acquari giapponesi hanno deciso di non acquistare più delfini catturati durante la controversa caccia annuale nella baia di Taiji. La decisione arriva dopo che l’Associazione mondiale degli zoo e degli acquari (Waza) ha sospeso l’affiliazione del paese per il modo cruento in cui centinaia di delfini e balene pilota vengono catturati e uccisi ogni anno per produrre carne o essere venduti agli acquari Taiji. Questa pratica ha raggiunto l’attenzione globale dopo essere diventata soggetto del documentario The cove, vincitore del premio Oscar nel 2010.
L’Associazione giapponese degli zoo e degli acquari (Jaza) ha dichiarato che vieterà ai suoi 152 associati di acquistare delfini che arrivano da Taiji. Kazutoshi Arai, responsabile dell’associazione, ha precisato però che la decisione non è una condanna al “metodo di caccia di Taiji”, che non è considerato “cruento”, e ha criticato la Waza per aver fatto pressioni contro i paesi che praticano la caccia alle balene.
Per il gruppo ambientalista Sea Shepherd si tratta di una buona notizia per i delfini di Taiji, poiché con l’eliminazione della domanda da parte degli acquari giapponesi la caccia potrebbe subire perdite economiche e interrompersi del tutto.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it