05 giugno 2015 08:27

L’amministrazione del presidente Barack Obama ha confermato quello che sembra essere uno dei più gravi attacchi informatici della storia recente, che riguarda la violazione dei dati personali di milioni di dipendenti del governo degli Stati Uniti. Secondo le indagini, gli hacker responsabili sarebbero collegati al governo cinese, riferisce la stampa statunitense.

L’attacco ha colpito in particolare l’Ufficio di gestione del personale (Opm), l’agenzia che gestisce i dati dei dipendenti del governo federale e i loro accessi a informazioni riservate, ma si teme che possa aver interessato tutte le agenzie del governo di Washington. Alcuni hacker si sono infiltrati nel sistema informatico dell’Opm entrando in possesso delle informazioni personali di quattro milioni di persone tra attuali ed ex dipendenti del governo. L’indagine è affidata all’Fbi. Non è ancora chiaro se l’attacco sia stato compiuto a scopo commerciale o per spionaggio.

Un portavoce dell’ambasciata di Pechino negli Stati Uniti ha detto che ogni accusa fatta sulla base di ipotesi è “irresponsabile e controproducente” e che il suo paese ha già fatto molto per prevenire gli attacchi informatici.

La violazione dei dati è stata individuata per la prima volta ad aprile, ma sembra risalire per lo meno alla fine dell’anno scorso. Si tratta della terza grande intrusione in un sistema informatico federale da parte di hacker stranieri avvenuta nel corso dell’anno. Un attacco simile, attribuito sempre alla Cina, era stato fermato nel luglio del 2014 prima che gli hacker riuscissero a sottrarre i dati. Ad aprile di quest’anno, invece, è stata diffusa la notizia che alcuni hacker russi avevano avuto accesso alla corrispondenza del presidente Obama, violando un sistema informatico non riservato della Casa Bianca.

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