23 luglio 2015 14:53
Il presidente della Sicilia, Rosario Crocetta, riferisce all’Assemblea regionale siciliana. Palermo, 23 luglio 2015. (Guglielmo Mangiapane, Lapresse)

Il presidente della Sicilia, Rosario Crocetta, non ha intenzione di dimettersi né di anticipare la data delle elezioni dopo la pubblicazione dell’intercettazione di una telefonata in cui il suo interlocutore, il chirurgo Matteo Tutino, avrebbe detto che Lucia Borsellino, ex assessore alla sanità e figlia del magistrato ucciso dalla mafia, “va fatta fuori come il padre”.

Crocetta si è difeso davanti all’assemblea regionale per la prima volta da quando è scoppiata la polemica. Ha affermato che “quell’intercettazione non esiste e i falsi scoop non possono decidere le sorti dei governi. È inaccettabile che mi possa dimettere sulla base di motivazioni inesistenti. A chi ci osserva appare un’opera di killeraggio politico fondato su una campagna denigratoria basata sul nulla”. Le procure di Palermo, Messina e Caltanissetta hanno affermato che tra i propri atti non c’è la trascrizione di quella telefonata e, nello specifico, di quella frase. Il settimanale L’Espresso, che l’ha pubblicata alla vigilia dell’anniversario dell’attentato in cui fu ucciso Paolo Borsellino nel 1992, insiste invece sulla fondatezza delle proprie fonti riservate.

Il presidente siciliano ha anche respinto la richiesta avanzata da più parti di indire delle elezioni anticipate. “Il parlamento regionale può anche staccare la spina adesso. Ma si renderebbe complice di un’opera di sciacallaggio fondata su ragioni oscure che presto dovranno essere chiarite nelle sedi opportune”.

Questa mattina, intanto, il ministro della giustizia Andrea Orlando ha annunciato di aver avviato delle verifiche sul caso, come sempre quando delle informazioni processuali vengono diffuse in modo improprio, cioè prima di essere desecretate.

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