05 ottobre 2015 16:38

Gli Stati Uniti, il Giappone, l’Australia e altri nove paesi affacciati sull’oceano Pacifico hanno raggiunto un accordo sul trattato di libero scambio Trans Pacific partnership (Tpp).

I paesi che hanno firmato il Tpp rappresentano circa il 40 per cento dell’economia mondiale. Daranno vita a un nuovo blocco economico nel Pacifico attraverso la riduzione delle tariffe doganali. Cambieranno le regole sullo scambio di beni e servizi, i prezzi dei generi alimentari, il costo delle cure ospedaliere e gli standard per lo scambio di dati. Il trattato introdurrà anche nuove regole sugli investimenti, sull’ambiente e sul lavoro.

L’accordo, scrive il Financial Times, rappresenta la spina dorsale della strategia economica del presidente degli Stati Uniti Barack Obama e del premier giapponese Shinzō Abe ed è una risposta all’ascesa economica della Cina.

Per trovare l’intesa ci sono voluti cinque anni di negoziati, oltre a una maratona di colloqui ad Atlanta, in Georgia (Stati Uniti), negli ultimi sei giorni. Il patto dovrà essere approvato formalmente dai leader dei paesi firmatari e ratificato dai parlamenti.

Obama dovrà faticare molto per far approvare il patto dal congresso statunitense, dopo che diversi esponenti repubblicani, come l’aspirante candidato alla presidenza Donald Trump, si sono espressi pubblicamente contro il Tpp.

Le trattative sul Trans Pacific partnership sono state spesso contestate, perché condotte in segreto. E i leader politici che le hanno condotte sono stati accusati di aver fatto gli interessi delle grandi aziende. Tra le misure più criticate c’è quella che permetterà agli investitori di far causa ai paesi aderenti al Tpp per opporsi alle leggi considerate dannose per gli affari. Ci sono però delle eccezioni: questa possibilità non sarà concessa alle aziende produttrici di tabacco.

A livello globale, fa notare ancora il Financial Times, il Tpp mette sotto pressione i paesi dell’Unione europea coinvolti nelle discussioni su un altro trattato: il partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (Ttip), che creerebbe un’area di libero scambio tra Washington e Bruxelles. L’accordo tra gli Stati Uniti e i paesi affacciati sul Pacifico potrebbe anche accelerare la firma di accordi commerciali tra Cina e India, aggiunge il quotidiano britannico.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it