03 dicembre 2015 19:36

Alla fine il centro di accoglienza per migranti Baobab di Roma sarà sgomberato. Lo hanno annunciato il 1 dicembre le autorità del Dipartimento per le politiche sociali del comune, che hanno contattato i volontari del centro di accoglienza per migranti, per chiedergli di ricollocare gli ospiti della struttura al più presto.

“Le autorità ci hanno chiesto di svuotare il centro entro il 4 dicembre, perché vogliono sgomberare, mettere i sigilli”, racconta Roberto Viviani, uno dei volontari del gruppo Amici del Baobab, una rete autoorganizzata che gestisce la struttura dal maggio del 2015.

I volontari si aspettavano lo sgombero dal 25 novembre, quando la polizia aveva fatto un blitz nel quale aveva identificato gli ospiti del centro e aveva portato in questura 24 persone, perché non erano in regola con i documenti.

Il 20 novembre i volontari avevano incontrato i rappresentanti del Dipartimento per le politiche sociali del comune di Roma che avevano comunicato la volontà di sgomberare il centro per motivi amministrativi, a causa di una sentenza del Tribunale amministrativo del Lazio (Tar) che ha stabilito che la struttura deve essere restituita al proprietario dello stabile di via Cupa, la società immobiliare Tamarri.

“Ma martedì ci hanno comunicato che in realtà il motivo dello sgombero è l’ordine pubblico, in linea con quanto sta avvenendo in questi giorni in città in vista del giubileo, retate e blitz della polizia a piazza Indipendenza, a Casal Boccone”, spiega Viviani.

Rimaniamo al Baobab finché ci sarà un solo ospite

Nel Baobab al momento ci sono ancora trenta persone a cui non è stato possibile trovare un collocamento temporaneo. “Stanotte dormiranno qui e se domani dovesse arrivare la polizia le troverà qui”, spiega Viviani. A oggi sono state ricollocate in altre strutture solo venti persone, dando priorità ai minori, alle donne e ai malati. Ma a Roma non ci sono centri per i transitanti e il problema dei migranti che si sottraggono al sistema istituzionale dell’accoglienza e che transitano nel nostro paese per raggiungere il Nordeuropa tornerà a essere una priorità. Solo oggi al largo della Libia sono stati soccorsi 1.500 migranti.

Nella struttura della Croce rossa di via del Frantoio ci sono solo 55 posti letto e al momento la struttura è al completo. “È stato possibile ricollocare a via del Frantoio solo una mamma con due bambini e tre ragazzi eritrei. Altre persone sono state mandate nelle strutture temporanee per l’emergenza freddo”, racconta Viviani che avverte: “Noi rimarremo nel centro finché ci sarà anche uno solo degli ospiti e poi continueremo a vigilare perché si trovi una soluzione di lungo periodo al problema dei transitanti a Roma”.

In serata è arrivato un comunicato stampa del commissario straordinario Francesco Paolo Tronca che ha precisato che non sarà disposto nessuno sgombero con l’uso della forza pubblica, finché non saranno ricollocati tutti gli ospiti del centro di accoglienza.

Che fine faranno i transitanti che passano per Roma

Dopo lo sgombero dell’insediamento illegale di Ponte Mammolo l’11 maggio, il centro di accoglienza Baobab, vicino alla stazione Tiburtina, è diventato un punto di riferimento in città per i cosiddetti transitanti.

I transitanti rappresentano la maggior parte dei migranti che arrivano in Italia, sono persone che si sottraggono al sistema di assistenza ufficiale dei centri di accoglienza per richiedenti asilo e si affidano a una rete informale costituita da parenti, amici, conoscenze o associazioni umanitarie. Il loro obiettivo è sfuggire all’identificazione e alla fotosegnalazione, in modo da poter continuare il viaggio verso l’Europa del Nord.

Secondo il ministero dell’interno, nel 2014 circa 50mila migranti, tra cui ci sono molti potenziali richiedenti asilo, hanno lasciato le strutture di prima accoglienza in Italia a cui erano stati assegnati al loro arrivo e sono fuggiti verso il Nordeuropa, facendo perdere le loro tracce alle autorità italiane. Tuttavia, secondo l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), il dato sarebbe sottostimato: si tratterebbe in realtà di centomila persone, cioè la maggior parte dei migranti arrivati in Italia nell’ultimo anno.

I transitanti sono l’effetto del fallimento del regolamento di Dublino in materia di asilo

“È molto semplice, basta sottrarre alla cifra dei migranti registrati nei centri di prima accoglienza e che avrebbero le caratteristiche per chiedere asilo, la cifra dei migranti che hanno effettivamente fatto richiesta d’asilo”, spiega Gianfranco Schiavone dell’Asgi. I transitanti sono l’effetto del fallimento del regolamento di Dublino in materia di asilo, aggiunge Schiavone.

Se Dublino funzionasse, la maggior parte di queste persone sarebbe costretta a rimanere in Italia o nei paesi di ingresso in Europa.

Il centro Baobab di Roma ha risposto in questi mesi all’esigenza di dare un alloggio e assistenza ai transitanti ed è diventato un modello di organizzazione dal basso dell’accoglienza. Le istituzioni in questo processo sono state assenti.

I volontari, che non hanno mai avuto un riconoscimento da parte dell’amministrazione comunale e non ricevono fondi pubblici, da tempo temevano che il centro potesse essere sgomberato, come era stato già annunciato dall’ex assessora alle politiche sociali Francesca Danese. A giugno il comune aveva detto che avrebbe aperto una struttura per transitanti in un edificio di proprietà delle ferrovie dello stato, il Ferrhotel di via Masaniello, ma la promessa non è stata mantenuta.

Come ha denunciato un’inchiesta di Redattore Sociale, il Ferrhotel, la struttura di mille metri quadrati ceduta dalle Ferrovie dello stato al Comune di Roma per ospitare i transitanti, non è mai stata ristrutturata e giace nell’incuria e nell’abbandono.

“Dobbiamo ricordare che il centro Baobab nasce, nella sua funzione attuale, dopo lo sgombero dell’accampamento di Ponte Mammolo e per molti mesi ha accolto e dato assistenza a migliaia di rifugiati in transito. Persone che, di passaggio, si sono fermate per pochi giorni nella struttura per cercare di raggiungere il Nordeuropa”, ha dichiarato Fiorella Rathaus direttrice del Consiglio italiano per i rifugiati.

“Quello che in questo momento ci preoccupa è come attraverso quale struttura si potrà riempere il vuoto lasciato dal centro Baobab e dai suoi volontari. Anche se il comune di Roma ha cercato in questi giorni di trovare delle soluzioni individuali alle persone accolte al Baobab, ci domandiamo cosa succederà a quanti arriveranno a Roma da venerdì in poi ”.

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