27 gennaio 2016 14:09

In media, un volo transatlantico senza scali andata e ritorno emette circa una tonnellata di anidride carbonica per ogni passeggero. Questa cifra però nasconde grandi differenze nelle misure messe in atto dalle diverse compagnie aeree per migliorare l’efficienza dei consumi.

Una nuova ricerca dell’International council of clean transportation (Icct) sulle 20 principali compagnie aeree ha rilevato una differenza del 51 per cento tra l’efficienza dei consumi della compagnia aerea migliore sotto il profilo delle prestazioni, ossia la Norwegian Air Shuttle, e la peggiore, ossia la British Airways (Ba).

La Norwegian vola in media a 40 passeggeri/chilometro per un litro di carburante (pax-km/l). Una delle ragioni di queste straordinarie prestazioni è che la sua flotta è composta in larga misura da moderni ed efficienti Boeing 787-8s. La Norwegian ha cominciato a compiere rotte transatlantiche solo nel 2013. Anche gli aerei che usa hanno in media solo due anni di vita.

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Il suo alto rendimento passeggeri/chilometro per litro dipende anche dal fatto che la compagnia carica a bordo dei suoi voli un numero maggiore di passeggeri. I suoi aerei di solito non hanno posti in business class, sono configurati con 259 posti nella cabina economy e 32 posti in una cabina premium-economy. I suoi velivoli inoltre non trasportano molto carico nella parte inferiore.

Un mare di vecchi aerei

Le compagnie aeree più datate, d’altro canto, hanno una maggiore probabilità di far volare vecchi jumbo molto inquinanti. Quasi la metà dei voli transatlantici della British Airways, per esempio, è coperta da 747. Molti di questi aerei, inoltre, hanno grandi cabine di business class e di prima classe (nel caso della British Airways il 24 per cento dei posti). Questo significa che in proporzione volano con un numero inferiore di passeggeri.

Tutto questo però non giustifica il pessimo rendimento di British Airways. Le sue prestazioni sono negative anche rispetto ad altre compagnie aeree più longeve, come la Virgin, la United e la American. La compagnia di bandiera britannica sta ristrutturando la sua flotta ed entro il 2023 dovrebbe aver sostituito tutti i suoi 747. Considerato che copre il 10 per cento della capacità aerea nelle rotte transatlantiche – secondo l’Icct, ogni anno sorvola 6.121 volte l’Atlantico – questo processo dovrebbe contribuire di parecchio a rendere i voli sul grande oceano blu meno dannosi per l’ambiente.

(Traduzione di Giusy Muzzopappa)

Questo articolo di B. R. è apparso nel blog Gulliver dell’Economist.

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