15 febbraio 2016 13:19

La sera del 14 febbraio il consiglio presidenziale della Libia ha nominato i nuovi membri del governo d’unità nazionale, nel quadro di un piano sostenuto dalle Nazioni Unite per porre fine al conflitto nel paese nordafricano.

Uno dei membri del consiglio, Fathi al Majbari, ha dichiarato in televisione che la lista di 13 ministri e cinque ministri di stato è stata sottoposta al parlamento di Tobruk, nella Libia orientale, per essere approvata.

Ma le divisioni su come ricomporre le fazioni libiche in guerra tra loro continuano: due dei nove membri del consiglio si sono infatti rifiutati, per la seconda volta, di approvare ufficialmente il governo proposto, come rivela un documento postato sulla pagina Facebook del consiglio presidenziale.

La nomina del governo di unità nazionale rientra in un piano delle Nazioni Unite, concepito per favorire la stabilizzazione della Libia e affrontare la crescente minaccia del gruppo Stato islamico (Is). Firmato in Marocco a dicembre, è stato fin dall’inizio contestato dagli irriducibili di entrambe le parti e costretto a ripetuti rinvii.

Internazionale

La Libia è scivolata nel conflitto poco dopo la rivolta che, cinque anni fa, ha rovesciato Muammar Gheddafi. Dal 2014 nel paese esistono due governi rivali, uno con sede a Tripoli, l’altro con sede a Tobruk, nell’est del paese, entrambi sostenuti da alleanze variabili di gruppi armati ed ex ribelli.

L’Is ha approfittato del vuoto di potere per radicarsi in Libia, prendendo il controllo della città di Sirte e minacciando d’espandersi a partire da lì. I governi occidentali hanno esortato le fazioni libiche a sostenere il governo d’unità affinché questo possa affrontare la minaccia e richiedere il sostegno internazionale, se necessario.

Il mese scorso il parlamento di Tobruk, che è stato riconosciuto dalla comunità internazionale, ha rifiutato una prima proposta di governo d’unità, sostenendo che il numero di ministri nominati – 32 – fosse troppo elevato.

Altre divisioni hanno riguardato la distribuzione delle cariche e il futuro controllo delle forze armate libiche.

Il primo ministro designato, Fayez Seraj, che guida anche il consiglio presidenziale, il 14 febbraio ha dichiarato alla stampa che le ultime nomine hanno tenuto conto di fattori quali “esperienza, competenza, ripartizione geografica, appartenenza politica e composizione della società libica”.

Molti dei nomi presenti nella lista erano diversi da quelli proposti lo scorso mese. Tuttavia il candidato al posto chiave di ministro della difesa, Mahdi al Barghati, è rimasto immutato.

All’annuncio del nuovo gabinetto, l’inviato delle Nazioni Unite, Martin Kobler, si è affrettato a congratularsi con il consiglio: “Il cammino verso la pace e l’unità del popolo libico è finalmente cominciato”, ha dichiarato in un tweet.

(Traduzione di Federico Ferrone)

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