18 marzo 2016 17:33

I leader dei 28 paesi dell’Unione europea hanno trovato un accordo con la Turchia per la gestione dell’arrivo dei migranti sulle coste greche e per il respingimento di quelli che si trovano al momento sulla rotta balcanica. L’accordo prevede che i profughi sulla rotta balcanica, tra cui anche i siriani in fuga da cinque anni di guerra, siano rimandati indietroin Turchia. Per ogni profugo che sarà riammesso in Turchia dalla Grecia a partire dal 20 marzo, l’Unione europea s’impegna a riammetterne uno sul suo territorio attraverso un visto umanitario. Oltre alle implicazioni morali, molti analisti sostengono che l’accordo violi il diritto internazionale. Diverse associazioni hanno scritto: “una violazione senza precedenti del diritto europeo alla protezione internazionale e della Convenzione di Ginevra sulla protezione dei rifugiati”.

La Turchia non riconosce la convezione di Ginevra sui profughi. Uno dei principali problemi dal punto di vista legale è che la Turchia non ha ratificato la convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951. Per la Grecia, che invece ha ratificato la convenzione, respingere i profughi in un paese che non rispetta la convenzione significa infrangere a sua volta il diritto internazionale. Nell’accordo per questo è stata inserita la clausola che la Turchia s’impegna a rispettare i diritti dei migranti in base agli standard internazionali. “L’Unione europea accetta l’impegno di Ankara che i migranti tornati in Turchia verranno protetti in base agli standard internazionali”, è scritto nell’accordo. Ma affinché sia rispettata la convenzione di Ginevra sarebbe necessario che anche Ankara la ratifichi. Molte associazioni hanno sottolineato “come la Turchia non possa essere definita un paese sicuro secondo le norme dell’Unione europea e non riconosce ai profughi siriani la possibilità di accedere allo status di rifugiato”.

Le deportazioni di massa. L’accordo prevede che i migranti e i profughi siano deportati in massa verso la Turchia e che le loro richieste non siano valutate al livello individuale, caso per caso. Come hanno detto il presidente dell’Unhcr Filippo Grandi e il parlamento europeo, i respingimenti di massa sono contrari al diritto internazionale.Per rispondere a questa critica, l’Unione europea si è impegnata a mandare in Grecia centinaia di funzionari per esaminare le richieste d’asilo. Infatti il diritto internazionale obbliga Atene ad esaminare le richieste d’asilo caso per caso.

Le regole per i canali umanitari. L’Unione europea si è impegnata ad aprire dei canali umanitari dalla Turchia e a riammettere nel proprio territorio con un visto umanitario 72mila persone di origine siriana. Ma al momento risiedono in Turchia 2,3 milioni di profughi siriani e non è chiaro quale scala di priorità sarà seguita dai funzionari europei per concedere i visti. L’accordo prevede che sia data priorità a chi non è stato respinto dalla Grecia, alle donne e ai bambini. Ma si teme che la Turchia non rispetti le procedure di accesso all’asilo per i profughi.

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