08 luglio 2016 10:32

Si tratta di un appuntamento molto atteso, che arriva in un contesto geopolitico instabile. L’8 e il 9 luglio, i 28 capi di stato e di governo della Nato si riuniscono in un vertice a Varsavia per rafforzare la loro presenza militare in Europa orientale; un chiaro messaggio rivolto alla Russia di Vladimir Putin.

Con l’installazione progressiva di uno scudo antimissile sul territorio europeo, con il futuro dispiegamento di quattro battaglioni multinazionali in Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia e con l’organizzazione regolare di esercitazioni militari (una cinquantina nel solo mese di giugno), l’Alleanza atlantica vuole dimostrare a Mosca di avere un potenziale di risposta inalterato in caso di aggressione.

Dopo la brutale annessione della Crimea nel marzo 2014 e la conseguente destabilizzazione dell’Ucraina orientale, nella quale i separatisti filorussi hanno avuto un ruolo centrale, la Nato ha usato toni sempre più duri contro la Russia, anche se questo non sembra aver cambiato molto la situazione.

Lo scenario ucraino esportato
In margine al vertice, il presidente ucraino Petro Porošenko e quello polacco Andrzej Duda dovrebbero incontrarsi per discutere della situazione. Varsavia infatti è stata una dei principali alleati di Kiev contro il Cremlino. Una solidarietà che non ha nulla di casuale, visto il possibile ripetersi di uno “scenario ucraino” anche altrove.

Per Luke Coffey, ricercatore specializzato nella sicurezza transatlantica ed euroasiatica, è chiaro che dopo la fine della guerra fredda nel 1991 l’Alleanza stia cercando un nuovo modello. È molto probabile, però, che questo modello finirà per somigliare al precedente, cioè sarà basato sulla difesa territoriale. Inoltre Coffey aggiunge che Putin non è un interlocutore attendibile.

L’analista politico Vladimir Frolov pensa invece che dopo due anni e mezzo di “tensioni militari e diplomatiche”, il padrone del Cremlino abbia deciso di avviarsi sulla strada della distensione nei confronti dell’occidente.

Di fatto la riunione del 13 luglio a Bruxelles tra la Nato e la Russia sarà un buon test per valutare la sincerità di Mosca. Ma gli esperti e gli ex diplomatici sollecitati da Bloomberg non credono molto in questa distensione, affermando che l’Alleanza fa troppo poco per rassicurare la Russia e non fa abbastanza per prevenire un suo eventuale attacco.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

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