07 ottobre 2016 11:22

Il paesaggio politico marocchino cambierà radicalmente? Oggi quasi 16 milioni di marocchini sono chiamati alle urne in occasione delle decime elezioni legislative dall’indipendenza del regno, nel 1956. Saranno scelti i 395 deputati della camera bassa del parlamento.

In queste elezioni gli islamisti si scontreranno con i liberali di centrosinistra e sarà interessante vedere chi vincerà, se il Partito della giustizia e dello sviluppo (Pjd, islamico, al potere dal 2011) o il Partito autenticità e modernità (Pam, centrosinistra). Per gli uni e per gli altri, si tratta di una “questione di vita o di morte”.

Secondo lo studioso Montassir Nicolas Oufkir il voto è cruciale per il futuro del paese, tenendo conto delle occasioni mancate negli ultimi cinque anni: “Disoccupazione in aumento, crescita del debito pubblico e della pressione fiscale, nuova riforma delle pensioni, deterioramento delle condizioni delle donne: questi sono i risultati del Pjd negli ultimi cinque anni”.

Battaglia a Tangeri e a Casablanca
A Tangeri, città dei grandi cantieri reali e una delle principali arene elettorali di questa tornata, la lotta tra il Pam e il Pjd si annuncia molto dura, in particolare sul tema dei valori. Anche a Casablanca si prevede una lotta molto serrata. Gli stati maggiori dei due partiti hanno fatto ricorso a grandi mezzi per fare propaganda in questa città di quattro milioni di abitanti dalle realtà molto contrastanti, dove la modernità convive con la precarietà e la ricchezza con l’estrema povertà.

Il capo del governo uscente e leader del Pjd, Abdelilah Benkirane, non risparmia le critiche a Ilyas el Omari, il segretario generale del Pam. Il suo discorso si fa invece molto più accomodante quando evoca le sue relazioni con il re Mohammed VI.

E gli elettori, cosa si aspettano dal voto? Al Jazeera ha incontrato otto di loro per le strade della capitale Rabat per sentire la loro opinione, che va dalla delusione al fatalismo.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

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