Dopo le Farc tocca all’Eln. Tre anni di incontri segreti hanno reso possibile l’apertura, il 7 febbraio nella capitale ecuadoriana Quito, dei negoziati tra il governo della Colombia e l’Esercito di liberazione nazionale (Eln, una formazione ispirata al guevarismo), l’ultima guerriglia attiva in un paese tormentato da più di cinquant’anni di conflitti.

L’obiettivo delle autorità di Bogotá è raggiungere un accordo di pace simile a quello concluso lo scorso novembre con le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc, marxiste), grazie all’aiuto di Cuba e Venezuela.

Dagli anni sessanta la Colombia, uno dei più stretti alleati degli Stati Uniti in America Latina, ha pagato un pesante tributo alla guerra civile tra il governo e i due gruppi ribelli: almeno 260mila morti, più di 60mila persone scomparse e 6,9 milioni di sfollati.

Storie parallele
Anche se le due guerriglie, che s’ispirano alla rivoluzione cubana del 1959, nacquero “come reazione al patto stretto tra i due grandi partiti dell’oligarchia locale, i liberali e i conservatori, contro la sinistra”, nel corso degli anni le Farc e l’Eln si sono diversificate per organizzazione e strategia.

Le Farc avevano una gerarchia forte e si consideravano un movimento armato dotato di un programma politico. L’Eln, invece, ha una struttura di comando più orizzontale, e si propone innanzitutto come una formazione politica sostenuta da un gruppo armato. Mentre le Farc hanno coltivato l’ambizione di prendere il potere, l’Eln non ci ha mai pensato.

I giornali colombiani Colombia Reports e Semana annunciano che i negoziati non saranno semplici. Prima di tutto perché la “finestra di opportunità” è più stretta che con le Farc, visto che il mandato del presidente Juan Manuel Santos scade alla fine del 2018. Inoltre perché la volontà di pace dell’Eln, che ha circa 1.500 combattenti, è meno forte. Raggiungere un’intesa è ancora un obiettivo possibile, ma dovrà essere realizzato un passo alla volta attraverso il dialogo e gesti di fiducia reciproca.

Nel frattempo i colombiani sono prudenti. Negli ultimi giorni le Farc hanno cominciato un processo di smobilitazione e disarmo che durerà diversi mesi, ma molti rimangono diffidenti di fronte all’ipotesi di vedere gli ex nemici diventare loro vicini, e dubitano della reintegrazione dei guerriglieri nella vita civile.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

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