10 aprile 2017 10:09

Si tratta di una nuova tappa, forse decisiva, dell’indipendentismo basco. L’8 aprile, seguendo l’annuncio fatto il giorno prima in una lettera trasmessa alla Bbc, l’organizzazione separatista Eta ha consegnato alla polizia francese una lista di otto luoghi dove erano nascoste delle armi – tutti situati nel dipartimento dei Pirenei Atlantici.

Sono state trovate 120 armi da fuoco, tre tonnellate di esplosivo e diverse migliaia di munizioni e di detonatori, fanno sapere gli “Artefici della pace”, mediatori incaricati di controllare il processo di disarmo.

Nata nell’estate del 1959 come organizzazione di resistenza alla dittatura di Francisco Franco, Euskadi ta askatasuna (Eta, Paese Basco e libertà) ha combattuto per 43 anni contro il potere centrale spagnolo per ottenere l’indipendenza del Paese Basco e della Navarra. Solo nel 2011 il movimento ha rinunciato alla lotta armata, senza però consegnare le armi.

Per l’Eta, che dalla sua creazione ha causato più di 800 morti, il sudovest della Francia ha sempre rappresentato una retrovia privilegiata, e con questo si spiega il sollievo espresso l’altro ieri dalle autorità francesi.

Lo scetticismo di Madrid
Ma se Parigi non nasconde la sua soddisfazione, i responsabili spagnoli non manifestano alcun compiacimento. “I terroristi non possono pretendere alcun trattamento particolare da parte del governo e ancora meno sperare nell’impunità per i crimini commessi”, ha dichiarato il ministro dell’interno Juan Ignacio Zoido nel corso di una conferenza stampa.

Come spiega Guy Hedgecoe, corrispondente della Bbc a Madrid, questa risposta glaciale del governo conservatore di Mariano Rajoy riflette non solo lo scetticismo che prova la classe politica nei confronti dell’Eta, ma anche la volontà di non concedere nulla all’organizzazione separatista, che cerca adesso di ottenere delle concessioni come il ritorno dei “detenuti politici” nelle prigioni basche.

Anche se diverse migliaia di persone si sono riunite a Bayonne per celebrare il “disarmo totale” dell’Eta – un evento criticato dal quotidiano Abc come una “ristrutturazione di facciata messa in scena dai terroristi” per nascondere la loro sconfitta – il potere spagnolo aspetta solo una cosa: che l’organizzazione clandestina “chieda scusa alle sue vittime, si sciolga e scompaia”.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

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