16 febbraio 2022 13:16

Tecnologie per seguire il ciclo mestruale o diagnosticare l’endometriosi: le “femtech”, le aziende dedicate alla salute delle donne, sono in grande crescita e soddisfano necessità che in precedenza non sono state prese abbastanza in considerazione.

A Lille, nel nord della Francia, la Lattice medical lavora alla ricostruzione mammaria per le donne che hanno subìto l’ablazione del seno a causa di un cancro. La startup, creata nel 2017, ha sviluppato un impianto che rigenera i tessuti adiposi della paziente.

“Proponiamo un’alternativa al silicone: un impianto stampato in 3D che usa un biomateriale interamente riassorbibile”, spiega Julien Payen, cofondatore dell’impresa. La Lattice medical vorrebbe arrivare a uno studio clinico entro la fine dell’anno.

Il lavoro delle associazioni
Questa è una delle soluzioni proposte nel mercato emergente delle femtech, contrazione tra le parole inglesi female e technology. Il termine, piuttosto generico, indica le aziende che hanno sviluppato tecnologie destinate a migliorare la salute e il benessere delle donne.

Per esempio può trattarsi di strumenti di diagnostica, in particolare per l’endometriosi. La startup Ziwig, cofondata e presieduta dall’imprenditrice Yahya El Mir, ha sviluppato un test salivare che permette di rilevare precocemente qualsiasi forma di endometriosi in pazienti per le quali spesso non è stata possibile una diagnosi. Il test si basa sulla tecnologia del sequenziamento ad alto rendimento e ricorre all’intelligenza artificiale. Ziwig ha creato anche una piattaforma di controllo per le pazienti.

“Stiamo discutendo con le autorità sanitarie in Francia”, spiega Yahya El Mir sottolineando l’esistenza di “una sensibilità del pubblico grazie al lavoro delle associazioni di pazienti”.

L’ascesa di queste aziende segna un cambiamento di mentalità, ma questi temi dovrebbero essere al centro di un progetto sociale

Anche il ciclo mestruale è oggetto di nuove applicazioni destinate, per esempio, a determinare il momento dell’ovulazione. Senza dimenticare le soluzioni post-parto.

La startup di Strasburgo Fizimed ha sviluppato una sonda per la rieducazione del perineo collegata a un’applicazione che permette a ogni donna di eseguire gli esercizi “in casa, nella più completa intimità e con un aspetto ludico per favorire la motivazione”, spiega Emeline Hahn, fondatrice della Fizimed. La sonda, già in commercio, è addirittura rimborsabile dalla sanità pubblica in Germania.

Le parole censurate
L’ascesa di queste aziende segna un cambiamento di mentalità e mette in risalto temi trascurati fino a oggi e che rappresentano le peculiarità della salute delle donne. “È un movimento che avanza. Sull’argomento c’è stato un cambiamento di approccio. Finora si è parlato più del cancro alla prostata che dell’endometriosi”, sottolinea Chahra Louafi, direttrice del settore investimenti e specializzata nel campo della salute per la BpiFrance, la banca pubblica d’investimento francese. “La parola è stata sdoganata”.

Secondo l’azienda di consulenza statunitense Frost & Sullivan questo mercato dovrebbe raggiungere i 50 miliardi di dollari nel 2024. Le stime possono variare, ma in sostanza il settore riguarda metà della popolazione del pianeta. Payen è ottimista: “Sono in aumento i progetti di qualità” che attirano grandi investimenti.

Ma gli imprenditori ammettono che c’è ancora molta strada da fare. “Le femtech fanno ricorso a parole poco usate, come vagina e utero. Non tutti vanno alla stessa velocità”, sottolinea Hahn. Su alcune piattaforme di vendita online negli Stati Uniti “alcuni dispositivi di rieducazione pelvica sono considerati come prodotti per adulti”, spiega con rammarico. A volte gli algoritmi dei giganti della rete trasformano prodotti per la salute in dildo. “C’è ancora molto da fare”, ribadisce Yahya El Mir sottolineando che gli investitori “preferiscono di solito patologie classiche che attraggono grandi risorse. Nel campo della salute delle donne c’è poco interesse”.

È una quesitone di soldi, ma non solo. “Il finanziamento è un elemento importante, ma questi temi dovrebbero essere al centro di un progetto sociale”, conclude El Mir.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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