30 agosto 2020 09:51

Sono arrivati all’aeroporto romano di Fiumicino il 30 agosto cinque cittadini eritrei che facevano parte di 89 migranti e richiedenti asilo che l’Italia aveva illegalmente respinto in Libia nel 2009, dopo averli soccorsi con una nave della marina militare nel mar Mediterraneo.

L’Italia era stata già condannata dalla Corte europea dei diritti umani per questa violazione del diritto internazionale e del principio di non respingimento, che vieta di riportare indietro dei migranti, in paesi che non garantiscono i diritti fondamentali.

Dopo molti mesi di prigionia in condizioni inumane in Libia, tra violenze e torture, le 89 persone furono rilasciate. Alcune provarono di nuovo ad attraversare il mare, mentre sedici di loro decisero di non correre nuovamente i rischi di un viaggio per mare e di tentare di raggiungere l’Europa via terra. Attraversato l’Egitto e il deserto del Sinai erano arrivati in Israele, dove sono rimasti bloccati per dieci anni, senza la possibilità di chiedere asilo. Il 25 giugno 2014 quattordici di loro hanno fatto causa al governo italiano presso il tribunale civile di Roma per il respingimento subìto.

Risarcire i danni
Assistiti dagli avvocati di Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) e sostenuti dalla documentazione fornita da Amnesty international Italia, hanno chiesto il risarcimento dei danni subiti a seguito del respingimento illegale del 2009 e il rilascio di visti umanitari per arrivare in Italia.

Il 28 novembre 2019 la prima sezione del tribunale civile di Roma ha condannato il governo italiano al risarcimento dei danni materiali (quantificati in 15mila euro per ciascuno) e ha accolto la loro richiesta di ottenere il visto umanitario per arrivare in Italia e fare richiesta di asilo.

“Respinti in Libia dall’Italia nel 2009, oggi grazie a una sentenza della giustizia italiana cinque richiedenti asilo eritrei sono arrivati nel nostro paese nel modo più sicuro e legale possibile. Ciò che dovrebbe essere garantito a tutti coloro che sono stati costretti a fuggire dai loro paesi a causa di conflitti, persecuzione politica e altre violazioni dei diritti umani”, ha commentato Ilaria Masinara, campaign manager su migrazione e discriminazione di Amnesty international Italia, all’arrivo dei cinque eritrei a Fiumicino. Dopo il periodo di quarantena previsto, avvieranno la procedura per chiedere all’Italia il riconoscimento della protezione internazionale.

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