18 febbraio 2020 14:29

Le correnti oceaniche stanno diventando più veloci, probabilmente a causa della crisi climatica. Finora si pensava che il riscaldamento del pianeta avrebbe rallentato la circolazione oceanica. Erano stati effettuati studi locali, per esempio sulla circolazione nell’oceano Atlantico settentrionale, ma la comprensione di quanto avviene nei mari era ancora incompleta. Il nuovo studio, pubblicato su Science Advances, prende invece in considerazione le correnti a livello globale. I ricercatori hanno dovuto affrontare il problema della mancanza di dati e della loro eterogeneità. Hanno usato misurazioni di tipo diverso, satellitari e del progetto Argo, una rete di sonde marine che oscillano tra la superficie e una profondità di duemila metri.

La ricerca dimostra che a partire dagli anni novanta le correnti sono diventate più veloci, soprattutto nell’oceano Pacifico e ai tropici. Nell’oceano Atlantico settentrionale le correnti hanno invece rallentato. Secondo gli autori, è difficile spiegare queste differenze con la semplice variabilità naturale. L’accelerazione potrebbe essere dovuta alla maggiore velocità dei venti, che influisce sulle correnti. Dato che in futuro si prevedono venti ancora più forti, i ricercatori pensano che l’attuale tendenza si rafforzerà. Questo potrebbe avere conseguenze sul clima, sugli organismi acquatici e sulle attività umane. Per una conferma bisognerà effettuare ulteriori misurazioni, anche oltre i duemila metri di profondità.

Questo articolo è uscito sul numero 1345 di Internazionale. Compra questo numero|Abbonati

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