07 dicembre 2020 15:41
  • Un post pubblicato su Facebook, e che da novembre è stato condiviso decine di volte, confronta la velocità nello sviluppo dei vaccini anticovid al mancato sviluppo di un vaccino contro l’hiv a quarant’anni dalla scoperta della malattia. Un parallelismo fuorviante, perché se è vero che nel caso dell’hiv i tempi della ricerca sono decisamente più lunghi, le due malattie sono completamente diverse. “Si tratta di confronto fuorviante e stupido”, osserva Jean-Daniel Lelièvre, capo di immunologia clinica dell’ospedale Henri Mondor, alle porte di Parigi, responsabile della ricerca clinica all’interno del Vaccine Research Institute, intervistato insieme ad altri esperti dall’Afp. Perché questi tempi così differenti nella ricerca di soluzioni per le due malattie? “È abbastanza semplice: abbiamo vaccini per malattie che si curano, cioè per malattie contro le quali abbiamo una protezione naturale. Con morbillo, influenza, epatite B si crea un’immunità naturale. Dal sars-cov-2 si guarisce perché produciamo anticorpi al virus. Con il vaccino quindi riproduciamo ciò che viene fatto in natura, perché sappiamo come l’organismo umano si difende da questo virus”, spiega il professor Lelièvre.”Nel caso di malattie infettive complesse, come l’hiv, non c’è risposta immunitaria in natura, anzi l’hiv distrugge il sistema immunitario. Ecco perché il parallelismo tra hiv e sars-cov-2 è impossibile”, aggiunge. “Il virus hiv è instabile, muta molto, il che non è il caso del sars-cov-2”, osserva da parte sua Serawit Bruck-Landais, direttore del Centro di ricerca e qualità in salute di Sidaction, facendo notare che “sono in circolazione diversi sottotipi di hiv, molto diversi tra loro, mentre per il sars-cov-2 ci sono, per il momento, al massimo, due sottotipi non molto diversi gli uni dagli altri”. I tempi rapidi di sviluppo dei vaccini anticovid possono essere spiegati con “l’importante sviluppo tecnologico dell’Rna messaggero”, usato dalla Pfizer-BionTech e dalla Moderna, “che ha permesso di accelerare il processo”, ricorda il professor Olivier Schwartz, virologo e responsabile dell’unità virus e immunità dell’istituto Pasteur. Inoltre, per il sars-cov-2 sono state sfruttate le ricerche condotte nel 2003 all’epoca delle epidemie di sars-cov-1 e mers nel sudest asiatico, che tuttavia non erano arrivate alla terza fase di sperimentazione perché l’epidemia si era interrotta, osserva il professor Lelièvre. “Se il sars-cov-2 fosse apparso nei primi anni ottanta, come l’hiv, la ricerca sui vaccini avrebbe richiesto molto più tempo”, ha concluso. Lo sviluppo e l’immissione sul mercato di un nuovo vaccino richiede in genere una media di dieci anni. Tuttavia l’Agenzia europea per i medicinali (Ema), insiste sul fatto che “gli stessi elevati standard normativi di qualità, sicurezza ed efficacia sono applicati ai vaccini contro il covid-19” come agli altri.
  • Nel mondo i contagi hanno raggiunto i 66.951.283 casi, secondo i dati della Johns Hopkins University di Baltimora. Il numero totale dei morti è di 1.534.537.
  • Il 7 dicembre in India il Serum institute ha presentato la richiesta di autorizzazione di emergenza per l’uso del vaccino di Oxford e AstraZeneca, Covishield, attualmente in fase tre della sperimentazione clinica condotta dallo stesso istituto di Pune in varie parti del paese, in aggiunta agli studi clinici condotti da Oxford e dalla AstraZeneca nel Regno Unito e in Brasile. Il farmaco può essere conservato tra i 2 e gli 8 gradi di temperatura, quindi può essere trasportato e distribuito più facilmente di altri che richiedono temperature bassissime come quello della Pfizer-Biontech, che ha a sua volta presentato richiesta di autorizzazione di emergenza alle autorità indiane il 5 dicembre. L’India è il terzo paese al mondo per numero di contagi, che hanno raggiunto i 9,68 milioni, mentre i decessi finora sono 140.573.
  • Tre donne rientrate in modo irregolare in Thailandia dalla Birmania hanno messo in allarme la provincia settentrionale di Chiang Mai. Una di loro lavorava all’hotel 1G1 che si trova a 1,5 chilometri dalla frontiera, ma insieme a due amiche avrebbe usato una via d’ingresso irregolare per evitare l’obbligo della quarantena di 14 giorni. Dopo aver visitato diverse località del nord del paese si sono ammalate e sono risultate tutte e tre positive al covid-19. Anche un dj dell’hotel è risultato positivo.
  • Il governatore di Osaka Hirofumi Yoshimura ha chiesto al governo centrale giapponese il supporto del personale sanitario dell’esercito (Sdf) per gestire la nuova struttura di trattamento covid-19 della prefettura, che aprirà il 15 dicembre. Il governo ha reso noto che invierà il personale Sdf anche nell’isola settentrionale di Hokkaido, dove sono scoppiati due focolai in altrettanti ospedali.
  • L’agenzia pubblicitaria giapponese Dentsu taglierà quasi seimila posti di lavoro all’estero – pari a un taglio del 12,5 per cento in quella parte della sua forza lavoro – dato il calo delle spese pubblicitarie delle aziende dovuto alla pandemia. L’azienda con sede a Tokyo prevede di registrare una perdita di circa 23,7 miliardi di yen (227 milioni di dollari) per l’anno che si conclude a dicembre.
  • L’azienda farmaceutica cinese Sinovac biotech ha ottenuto un finanziamento di 515 milioni di dollari dalla Sino biopharmaceutical, produttrice cinese di farmaci generici, per raddoppiare la capacità di produzione del vaccino contro il coronavirus, CoronaVac. Sinovac afferma che sarà in grado di produrre 300 milioni di dosi di vaccino all’anno e mira a completare la costruzione di un secondo impianto di produzione entro la fine dell’anno per aumentare la capacità annuale del vaccino a 600 milioni di dosi.
  • Rudy Giuliani, 76 anni, ex sindaco di New York e avvocato del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, è risultato positivo al test per il covid-19. Giuliani viaggia da un mese negli Stati Uniti per contestare i risultati delle elezioni presidenziali, in riunioni dove non indossa la mascherina. Gli Stati Uniti sono in attesa del parere della Food and drug administration (Fda), previsto per il 10 dicembre, sulle richieste di approvazione di emergenza da parte delle industrie produttrici di vaccini. Il paese ha registrato più di 282mila morti, solo il 6 dicembre ci sono stati circa 181mila nuovi casi e 1.110 decessi, secondo i dati della Johns Hopkins university. Le autorità sanitarie hanno ribadito il 6 dicembre la necessità di rispettare le distanze e auspicato un “uso universale” della mascherina, perché “gli Stati Uniti sono entrati in una fase di trasmissione di alto livello”. Intervistato dalla Cbs, l’ex capo della Fda, Scott Gottlieb, ha previsto 400mila morti entro la fine di gennaio.
  • Il Regno Unito aprirà la sua campagna di vaccinazione l’8 dicembre. Il ministro della sanità Matt Hancock ha dichiarato che le dosi saranno somministrate prima alle persone fragili e di più di 80 anni, al personale delle case di riposo e a quello del servizio sanitario nazionale. Gli ospedali temono un sovraccarico di lavoro e si prevede che la campagna durerà mesi. Secondo i mezzi d’informazione britannici riceveranno il vaccino anche la regina Elisabetta, 94 anni, e suo marito Filippo, di 99 anni. Come in molti paesi anche nel Regno Unito è forte la diffidenza nei confronti dei vaccini sviluppati in tempi record.
  • In Danimarca i contagi aumentano troppo velocemente e la prima ministra Mette Frederiksen ha annunciato il 7 dicembre che ristoranti, bar, teatri e cinema saranno chiusi in 38 comuni intorno alle grandi città. Resteranno chiuse le scuole dalla quinta elementare in su, mentre resteranno in vigore fino al 28 febbraio le attuali restrizioni che prevedono riunioni con un un massimo di dieci persone e promozione dello smart working. In Svezia, che ha resistito a lungo nell’applicazione di regole di distanziamento fisico, dal 7 dicembre fino al 6 gennaio sono chiuse le scuole superiori. In Germania la Baviera si prepara a inasprire il confinamento dal 9 dicembre al 5 gennaio, con un coprifuoco notturno e la chiusura di alcune scuole. Il governatore della regione Markus Söder ha detto che “la situazione sfortunatamente è grave”.
  • In Perù il governo ha annunciato la riapertura di attività economiche non essenziali dal 7 dicembre, e ha previsto una capienza massima di 40 per cento di pubblico per cinema, teatri, palestre e casinò chiusi da marzo.
  • La chiesa copta ortodossa in Egitto sta lottando con un’ondata di infezioni da coronavirus. A partire dal 7 dicembre la chiesa sospenderà per un mese le funzioni religiose al Cairo e nella provincia di Alessandria, a seguito di diversi focolai scoppiati dopo le funzioni religiose. L’Egitto ha registrato un aumento dei contagi, con una media giornaliera di circa 400 casi nell’ultima settimana. I contagi ufficiali sono finora 118.014 e i decessi registrati sono 6.750.

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