15 dicembre 2020 16:17
  • I dati raccolti dall’associazione per la libertà di stampa Reporters sans frontières (Rsf) e dall’Osservatorio 19 rivelano, secondo un elenco non esaustivo, che il numero di arresti e arresti arbitrari è quadruplicato tra i mesi di marzo e maggio 2020, cioè nei primi mesi della pandemia. Ancora oggi 14 giornalisti arrestati in relazione alla loro copertura dell’epidemia sono in prigione. L’organizzazione segnala più di trecento incidenti direttamente legati alla copertura giornalistica della crisi sanitaria, che hanno coinvolto quasi 450 giornalisti. “Queste cifre confermano anche l’impatto della crisi sanitaria sulla professione e il fatto inaccettabile che alcuni nostri colleghi paghino la ricerca della verità con la loro libertà. Confermano inoltre che le giornaliste, sempre più numerose nella professione, non sono risparmiate dalla repressione”, scrive Rsf. Le leggi o le misure di emergenza adottate nella maggior parte dei paesi per contenere la pandemia hanno contribuito a frenare l’informazione, aggiunge Rsf. In Asia si concentra il maggior numero di violazioni della libertà di stampa compiute in relazione alla pandemia, e nel continente si trova il maggior numero di detenuti in relazione al covid-19: sette in Cina, due in Bangladesh e uno in Birmania. In Medio Oriente, dove diversi paesi hanno approfittato dell’epidemia per rafforzare il controllo sui mezzi d’informazione, tre giornalisti sono ancora detenuti per articoli relativi all’epidemia di coronavirus: due in Iran e uno in Giordania. In Africa è ancora in carcere anche un giornalista ruandese per aver “violato le regole di confinamento”. In totale, secondo l’organizzazione francese nel 2020 sono 387 le giornaliste e i giornalisti in carcere per aver esercitato la loro professione, e come nel 2019 cinque paesi rappresentano più della metà (61 per cento) degli arresti. La Cina resta in testa con 117 giornalisti (professionisti e non) detenuti, davanti a Egitto (30), Arabia Saudita (34), Vietnam (28) e Siria (27).
  • La Germania ha fatto pressioni sull’Agenzia europea del farmaco (Ema) perché anticipi dal 29 al 23 dicembre la data per l’approvazione del vaccino della Pfizer-Biontech, e secondo il quotidiano tedesco Bild l’agenzia avrebbe anticipato la data. Il ministro della salute Jens Spahn ha detto che la Germania ha creato più di 400 centri di vaccinazione e ha attivato circa diecimila medici e personale medico. Il vaccino della Pfizer-Biontech ha già ottenuto l’approvazione di emergenza negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Canada.
  • A meno che i governi non facciano le scelte giuste per riprendersi dalla pandemia e per sradicare i problemi ambientali e le disuguaglianze sociali, il mondo dovrà affrontare un futuro incerto passando da crisi a crisi, invertendo i risultati ottenuti negli ultimi decenni in salute, istruzione, libertà sociale e lotta alla povertà, avverte l’Onu. Fiona Harvey sul Guardian spiega che gli impatti senza precedenti della pandemia di coronavirus, combinati con le crisi ambientali che il mondo sta affrontando, minacciano di rallentare drasticamente il progresso e lo sviluppo umano, lasciando le società di tutto il mondo vulnerabili e più disuguali, secondo il nuovo rapporto del programma di sviluppo delle Nazioni Unite (Undp), intitolato The next frontier. Human development and the anthropocene. Pedro Conceição, direttore dell’Undp e autore principale del documento, pubblicato il 15 dicembre, ha affermato che le scelte degli attuali governi influenzeranno le società di tutto il mondo per molti anni a venire.”Stiamo mobilitando risorse fiscali senza precedenti per affrontare la pandemia, e possiamo scegliere di destinarle in modi che aggraveranno le disuguaglianze, o in modi che riducano la pressione sul pianeta”, ha detto. Le scelte a cui si riferisce Conceição includono pacchetti di stimoli che favoriscono i combustibili fossili o aumentano l’uso non sostenibile delle risorse e spese inutili a risolvere i problemi nel campo della salute e dell’istruzione.”Sono scelte fatte oggi, mentre parliamo”, ha detto. “Le conseguenze sono davanti ai nostri occhi. Il cambiamento climatico può sembrare lontano per alcune persone, ma è già in atto, e ne vediamo le prove. Non abbiamo tempo da perdere “.
  • La Cina ha segnalato 17 nuovi casi di covid-19 il 14 dicembre, rispetto ai 16 casi del giorno prima, hanno reso noto le autorità sanitarie del paese specificando che che 14 dei nuovi casi sono infezioni rilevate tra persone provenienti dall’estero. Sono stati segnalati anche altri tre casi trasmessi localmente, due nella provincia di Heilongjiang e uno nel Sichuan. Il numero di nuovi casi asintomatici, non classificati dalla Cina come casi confermati, è sceso a otto dai nove del giorno precedente. Il numero totale di casi di covid-19 confermati in Cina è ora pari a 86.758. Il bilancio delle vittime rimane invariato a 4.634
  • Taiwan ha fissato l’obiettivo di vaccinare il 60 per cento della sua popolazione, ovvero circa 15 milioni di persone, ha detto un funzionario sanitario. Il paese ha firmato un accordo con l’iniziativa multilaterale Covax per l’acquisto del farmaco, ma è anche in trattative bilaterali con alcune aziende che hanno vaccini nella fase tre della sperimentazione.
  • Secondo un sondaggio dell’emittente pubblica Nhk, più del 60 per cento dei giapponesi vorrebbe posticipare o annullare del tutto le Olimpiadi di Tokyo, che sono state rimandate al marzo del 2021.
  • Dalla seconda metà di gennaio Singapore consentirà l’ingresso a un numero limitato di imprenditori, funzionari e altre figure di rilevanza economica provenienti da tutti i paesi per soggiorni di due settimane, ha dichiarato il governo il 15 dicembre. I viaggiatori dovranno seguire rigidi protocolli sanitari e rimanere in una “bolla” in strutture separate.
  • La Lituania, con uno dei più alti tassi di infezione nell’Unione europea (96.452 contagi e 863 morti su 2,795 milioni di abitanti), applicherà un confinamento totale dal 16 dicembre al 3 gennaio 2021. Il 13 dicembre sono stati registrati 1.178 contagi ogni centomila persone, tre volte di più rispetto ai 340 casi ogni centomila registrati quando era stato annunciato un confinamento più leggero il 4 novembre. La prima ministra Ingrida Šimonytė ha spiegato che rimarranno aperti solo i negozi essenziali e le scuole proseguiranno con la didattica a distanza. Si potrà uscire di casa solo per andare a lavorare, vedere un medico, fare la spesa o assistere a un funerale.
  • Un rapporto congiunto di Amnesty international e Justice project Pakistan denuncia la situazione nelle prigioni del Pakistan dove i detenuti corrono un grave rischio di contagio e chiede di liberare donne, persone anziane e dissidenti. Invece di mantenere le promesse di alleviare il sovraffollamento carcerario fatte all’inizio della pandemia, il governo pachistano ha aumentato la sua popolazione di detenuti di oltre seimila tra aprile e agosto, da 73.242 a 79.603.
  • I ricercatori hanno accolto con un certo scetticismo l’affermazione del ministro della salute britannico Matt Hancock secondo cui una nuova variante del coronavirus che potrebbe essere associata a una diffusione più rapida è stata identificata nel sudest dell’Inghilterra. Secondo Eric Topol dello Scripps research institute, interpellato da New Scientist, sarà necessaria “una valutazione rigorosa prima di confermare questo dato. Può esserci una nuova variante, ma dubito che sia significativa”. Nel Regno Unito sono stati identificati oltre mille casi che coinvolgono questa variante, ha detto in parlamento Hancock, suggerendo che il numero reale sia molto più alto in quanto l’identificazione del virus richiede il sequenziamento, che normalmente non viene fatto. Hancock ha anche affermato che varianti simili sono state identificate in altri paesi negli ultimi mesi e non c’era nulla che suggerisse che questa avesse maggiori probabilità di causare malattie gravi o sfuggire alla protezione del vaccino. Le autorità sanitarie britanniche stanno analizzando i dati.
  • Le disuguaglianze sociali preesistenti hanno contribuito a far registrare nel Regno Unito i più alti tassi di mortalità per covid-19 in Europa, scrive Sarah Boseley sul Guardian. L’allarme arriva dall’esperto britannico di salute pubblica Michael Marmot, che sottolinea in particolare come la vita di molti bambini subirà danni permanenti se il problema non sarà affrontato in modo radicale. Il nuovo rapporto Build back fairer (Ricostruire in modo più equo) pubblicato dall’Institute of health equity spiega che le famiglie in fondo alla scala sociale ed economica erano già in gravi difficoltà prima della pandemia e che ora soffrono ancora di più, mentre perdono salute e posti di lavoro, vite e opportunità educative. Inoltre nel Regno Unito il tasso di disoccupazione è salito al 4,9 per cento, dopo che dall’inizio di marzo 819mila posti di lavoro sono stati cancellati dalla pandemia, in particolare nel settore alberghiero, rivelano i dati dell’ufficio di statistica britannico (Ons). Il 14 dicembre il Regno Unito ha segnalato 20.263 nuovi contagi, portando la cifra totale negli ultimi sette giorni a 131.708, in aumento del 21,6 per cento rispetto alla settimana precedente.
  • La Corea del Nord non ha segnalato un singolo caso di covid-19, un notevole successo che, se confermato, scrive Science, è stato ottenuto dopo che il paese ha interrotto i legami con il mondo esterno. Ma l’isolamento potrebbe presto avere una grave ricaduta sulla salute pubblica nordcoreana: le associazioni umanitarie avvertono che il paese sta attraversando una crisi alimentare e si sta preparando a una rapida diffusione della tubercolosi perché stanno terminando le forniture dei farmaci di primo soccorso usati nelle terapie contro i ceppi più trattabili della malattia.

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