12 novembre 2021 16:51
  • Dall’inizio della pandemia nel mondo sono stati registrati 252.044.337 casi positivi al sars-cov-2 e 5.082.431 decessi legati alla malattia del covid-19, scondo i calcoli della Johns Hopkins university.
  • Il 51,5 per cento della popolazione mondiale ha ricevuto almeno una dose di vaccino anticovid, ma questa percentuale scende al 4,5 per cento nei paesi poveri. Globalmente il 12 novembre risultavano somministrati 7,41 miliardi di dosi.
  • In Italia dal 1 dicembre potranno ricevere il richiamo del vaccino anticovid le persone nella fascia d’età tra i 40 e 60 anni che hanno completato il ciclo vaccinale da sei mesi. Il ministro della salute, Roberto Speranza, lo ha annunciato alla camera il 9 novembre. In Italia l’83,92 per cento della popolazione sopra i dodici anni è completamente vaccinato e “il richiamo finora è stato offerto a 2,4 milioni di persone: immunocompromesse, fragili, sanitari e sopra i 60 anni”, ha detto Speranza. Una possibilità che sarà estesa ad almeno 3,3 milioni di persone sopra i 40 anni che hanno completato la somministrazione delle prime due dosi da almeno 6 mesi. Il richiamo sarà effettuato con un vaccino a mRna della Pfizer e della Moderna. Per chi ha ricevuto il vaccino monodose della Johnson & Johnson, la commissione tecnico scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha approvato la somministrazione di una dose ulteriore eterologa con vaccino a mRna a partire da sei mesi dopo la prima dose. Mentre si valuta la riapertura dei centri vaccinali, la campagna per il richiamo si svolgerà in modo differente a seconda delle regioni: per alcune è previsto l’accesso diretto senza prenotazione, per altre la chiamata diretta. Dopo aver effettuato la terza dose sarà rilasciato un nuovo green pass valido per 12 mesi dalla data di somministrazione. Secondo Speranza, l’estensione della durata della certificazione verde sarà rivista nel caso si presentassero nuove evidenze scientifiche che provano il calo della copertura vaccinale: “Ogni settimana l’Istituto superiore di sanità presenta un rapporto sull’efficacia dei vaccini e i dati consentono di aggiornare le indicazioni. Da settembre sono stati osservati i primi segnali di perdita di efficacia per cui è raccomandata una dose aggiuntiva per alcune categorie”. Il ministro della salute ha definito il richiamo “strategico” nella lotta alla pandemia visto l’aumento dei contagi. Per la terza settimana consecutiva, infatti, è stato registrato un incremento di nuovi casi settimanali, aumentati da 29.841 tra il 27 ottobre e il 2 novembre a 41.091 tra il 3 e il 9 novembre. Anche se il numero di ricoveri in ospedale è salito del 14,8 per cento e quelli in terapia intensiva del 9,4 per cento, nessuna regione supera la soglia di occupazione del 15 per cento dei ricoveri nell’area medica. In tutta Italia, dall’inizio della pandemia, i contagi sono stati 4,83 milioni e i decessi 133mila. L’11 novembre sono stati registrati 8.569 nuovi casi e 67 decessi, le persone attualmente positive erano 106.920.
  • La Danimarca, vista la netta risalita dei casi da settembre, ha reintrodotto dal 12 novembre il pass digitale che rimarrà in vigore per un mese per accedere al chiuso in locali notturni, bar e ristoranti. Usato originariamente il 1 luglio era stato tolto il 10 settembre, quando l’epidemia era apparentemente sotto controllo a causa dell’alto tasso di vaccinazione. Le persone di età superiore ai 15 anni dovranno esibire il pass per partecipare a eventi all’aperto con più di duemila persone. Il parlamento ha votato all’unanimità la decisione di definire la pandemia come “malattia socialmente critica”. La radiotelevisione pubblica DR ha specificato che il governo, le confederazioni sindacali e dei datori di lavoro hanno raggiunto un accordo che consente ai datori di lavoro di richiedere ai dipendenti il pass per entrare al lavoro. L’accordo deve essere approvato dal parlamento, molto probabilmente la prossima settimana.
  • In Germania, a causa dell’incremento dei contagi, più di 51mila il 12 novembre, molte città hanno deciso di annullare i tradizionali mercati di Natale. Per il secondo anno consecutivo luci e bancarelle non riempiranno le città tedesche che negli scorsi anni attiravano più di 150 milioni di visitatori e generavano entrate per tre miliardi di euro. Tante città hanno annullato la cerimonia perché le restrizioni hanno reso gli eventi troppo costosi, altre perché lo considerano irresponsabile visto l’aumento dei casi. Solo il 67 per cento della popolazione risulta vaccinato e per la prima volta, secondo un sondaggio Infratest dimap per l’emittente Ard, il 57 per cento delle persone intervistate sarebbe favorevole all’obbligo vaccinale. Ipotesi controversa e ampiamente dibattuta nel paese perché per molti riporterebbe alla memoria i metodi di epoca nazista. Ma i numeri continuano a salire e le autorità sanitarie prevedono che il paese raggiungerà i centomila casi nei prossimi dieci giorni, mentre le unità di terapia intensiva rischiano di raggiungere il limite della loro capacità prima di Natale. Dal 13 dicembre i tamponi saranno di nuovo gratuiti e dal 16 novembre i medici riceveranno uno straordinario per le somministrazione dei vaccini. Dal 14 novembre chi entra in Germania dall’Austria sarà considerato proveniente da un paese nella lista di quelli “altamente a rischio”, ha stabilito il ministro uscente alla sanità Jens Spahn, e dovrà mettersi in quarantena, a meno che non sia in possesso di vaccinazione o di certificato di guarigione dal covid-19. Per la Germania si prepara un altro inverno difficile.
  • Nei Paesi Bassi il primo ministro uscente Mark Rutte annuncerà il pomeriggio del 12 novembre nuove misure di contenimento valide per le prossime tre settimane. Negli ultimi sette giorni 86.384 persone sono risultate positive, con una media di 12.341 al giorno. Sarebbe il primo paese dell’Ue a reintrodurre limitazioni e restrizioni dopo l’avvio della campagna vaccinale. Probabilmente i bar e i ristoranti chiuderanno prima e gli appuntamenti sportivi si svolgeranno senza pubblico. Dal 3 novembre è tornato l’obbligo di usare la mascherina nei luoghi pubblici al chiuso, mentre dal 6 novembre per entrare in musei e ristoranti bisogna esibire un pass di avvenuta vaccinazione o negatività al virus.
  • Il numero dei casi e dei decessi in Russia il 12 novembre conferma una media di 40mila nuovi contagi e più di mille decessi giornalieri, mentre le autorità aspettano di vedere se la settimana di ferie forzate dal 1 a 7 novembre abbia avuto un impatto sulla catena di trasmissione nel paese. Inoltre, il Moscow Times riporta un articolo del giornale economico Kommersant secondo cui sono in aumento le persone che si rivolgono al mercato nero per comprare falsi certificati vaccinali, richiesti in quasi tutte le regioni russe per accedere alle aree e agli eventi pubblici. La Russia finora ha registrato quasi nove milioni di contagi e più di 252mila decessi, secondo le autorità nazionali. L’eccesso di mortalità nel paese dall’inizio della pandemia è di 723mila morti (qui l’approfondimento su Internazionale).
  • Il Brasile il 10 novembre ha registrato 12.273 nuovi casi e 280 decessi, arrivando a un totale di 21.909.298 casi dall’inizio della pandemia, mentre il bilancio ufficiale delle vittime è salito a 610.036. Ad aprile si registravano quasi tremila morti al giorno. Finora risulta vaccinato il 66,6 per cento della popolazione sopra i dodici anni.
  • Negli Stati Uniti, circa novecentomila bambine e bambini di età compresa tra 5 e 11 anni hanno ricevuto la loro prima dose di vaccino anticovid dal 2 novembre quando è arrivata l’autorizzazione per l’uso del vaccino della Pfizer sia degli enti regolatori federali, Centri per il controllo e la prevenzione delle mattie e Food and drug administration. Quasi ventimila farmacie, cliniche e studi medici sono coinvolti nella campagna, che come le precedenti mostra che la maggior parte delle vaccinazioni riguarda la popolazione bianca, mentre restano indietro tutti gli altri gruppi. Negli Stati Uniti sono circa 28 milioni bambini e bambine tra i cinque e gli undici anni che potranno ricevere il vaccino.
  • Trentaduemila dipendenti delle case di cura e decine di migliaia di persone che lavorano nel sistema sanitario nazionale del Regno Unito potrebbero licenziarsi a causa dell’obbligo di vaccinarsi contro il covid-19. La stima è arrivata quando il segretario di stato per la salute e gli affari sociali del Regno Unito, Sajid Javid, ha confermato che i lavoratori del servizio sanitario dovranno essere completamente vaccinati entro il prossimo aprile o rischiano di essere licenziati. Secondo Javid, anche a fronte di possibili dimmissioni, rendere obbligatorio il vaccino in contesto sanitario aumenterà i tassi di vaccinazione tra il personale. La stessa cosa è avvenuta con il personale delle case di cura: anche se alcuni dipendenti si sono dimessi, i tassi di vaccinazione in quel settore sono aumentati notevolmente da quando è stato annunciato l’obbligo a giugno
  • Nel Regno Unito, un cane è risultato positivo al covid-19. Si tratta del primo contagio rilevato su un animale domestico nel paese e, secondo gli esperti, sarebbe avvenuto tramite i suoi proprietari. Secondo i sanitari, casi del genere sono estremamente rari e non ci sono prove evidenti che suggeriscano che cani, gatti o altri animali domestici trasmettano il virus all’uomo. Tuttavia le autorità continueranno a monitorare la situazione.
  • Il segretario di stato americano Antony Blinken ha annunciato che gli Stati Uniti hanno mediato un accordo tra l’azienda farmaceutica Johnson & Johnson e il Covax, il programma internazionale per l’equa distribuzione dei vaccini, per la consegna di dosi nelle zone di conflitto armato. Sull’accordo, annunciato all’apertura di una riunione dei ministri degli esteri sulla pandemia, non sono stati forniti dettagli sulle quantità delle dosi o sui paesi coinvolti. Il Comitato internazionale della Croce Rossa (Icrc) ha accolto con favore l’annuncio, definendolo un “passo positivo” per fornire la protezione necessaria alle persone nelle zone di conflitto o in altri difficili contesti umanitari. Gli Stati Uniti, insieme ai paesi più ricchi, sono stati criticati per non aver fatto abbastanza nei confronti dei paesi poveri alle prese con il virus. Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha invitato i ministri degli esteri a mantenere la promessa di donare i vaccini e sostenere la produzione locale.
  • “Conosciamo tutti una persona che, nonostante abbia avuto tutta la famiglia convivente con il covid-19, non è mai risultata positiva alla malattia. Ora gli scienziati hanno trovato una spiegazione, mostrando che una percentuale di persone sperimenta una ‘infezione abortiva’ in cui il virus entra nel corpo ma viene eliminato dalle cellule T del sistema immunitario nella fase più precoce, il che significa che sia i test molecolari sia quelli sugli anticorpi registrano un risultato negativo”, scrive sul Guardian Hannah Devlin. “Circa il 15 per cento degli operatori sanitari monitorati durante la prima ondata della pandemia a Londra sembrava rientrare a questo scenario. La scoperta potrebbe aprire la strada a una nuova generazione di vaccini mirati alla risposta dei linfociti T, che potrebbe produrre un’immunità molto più duratura, affermano gli scienziati, guidati da Leo Swadling, dell’University College London”.
  • In Francia, dove i contagi hanno ricominciato a crescere, l’8 novembre è tornato l’obbligo dell’uso delle mascherine nelle scuole elementari di 61 dipartimenti (su un totale di 101). L’obbligo era stato tolto un mese prima perché i casi erano scesi sotto i 50 ogni centomila abitanti. Situazione immutata, invece, nelle scuole secondarie dove la mascherina va indossata a prescindere dal numero di casi nel dipartimento.
  • Per la Nigeria sarà “impossibile” vaccinare il 40 per cento della sua popolazione entro la fine dell’anno perché il covid non viene preso sul serio, hanno avvertito le autorità sanitarie. Finora è stato completamente vaccinato meno dell’1,5 per cento dei 206 milioni di abitanti del paese. Ma di fronte al numero in crescita di persone uccise nei conflitti armati locali nel 2020 e all’aumento dei morti per malaria gli esperti ritengono che il covid-19 sia in fondo all’elenco delle priorità per tanta parte della popolazione. A settembre, l’International development association della Banca mondiale ha approvato un credito di 400 milioni di dollari per accelerare il programma di vaccinazione anticovid nel paese. L’Organizzazione mondiale della sanità ha annunciato una strategia per aiutare i paesi più poveri a raggiungere il 40 per cento di copertura vaccinale entro la fine del 2021, anche se il direttore regionale dell’Oms per l’Africa Matshidiso Moeti ha affermato che “di questo passo, il continente potrà raggiungere l’obiettivo del 40 per cento solo entro la fine del marzo 2022”. In Nigeria, i vaccini disponibili non sono sufficienti per tutta la popolazione idonea, scrive Abubakar Adam Ibrahime sul Guardian riportando l’opinione di Isa Abubakar Sadiq, direttore del centro malattie infettive presso la Bayero university di Kano: “Le persone devono essere mobilitate per farsi avanti, mentre il tasso di adesione resta basso e le dosi disponibili restano inutilizzate. La malattia sembra meno grave del previsto e la percezione del rischio è falsata”. Dall’inizio della pandemia la Nigeria ha avuto 212.500 casi registrati e 2.900 decessi relativi al covid-19.
  • L’Indonesia prevede di cominciare la somministrazione delle dosi di richiamo dopo che sarà completamente vaccinato il 50 per cento della popolazione, un obiettivo che il ministero della salute vorrebbe raggiungere entro la fine di novembre. Finora risulta vaccinato il 29 per cento della popolazione di 270 milioni di abitanti. Per il richiamo avranno priorità le persone anziane e quelle assistite dal governo che riceveranno il farmaco gratuitamente, mentre il resto della popolazione pagherà probabilmente di tasca propria. A febbraio il governo ha reso obbligatoria la vaccinazione, minacciando forti multe e la perdita dell’assistenza sanitaria. Il 1 novembre è stata autorizzata la vaccinazione per la fascia d’eta tra i 6 e gli undici anni.
  • In Ungheria, l’azienda farmaceutica ungherese Richter Gedeon ha reso obbligatoria la vaccinazione contro il covid-19 per i suoi oltre 12mila dipendenti dopo che un decreto del governo il 28 ottobre ha consentito alle aziende di prendere questa decisione.
  • Singapore e la Malaysia consentiranno i viaggi senza quarantena tra i due paesi per le persone vaccinate contro il covid-19 a partire dal 29 novembre.
  • In Cina, le autorità della città portuale di Dalian, nel nordest del paese, hanno ordinato la sospensione delle attività di tutte le aziende che gestiscono l’import-export di alimenti refrigerati e congelati, dopo che è scoppiato un focolaio di 80 casi nella zona di Zhuanghe il 4 novembre. A differenza di altri paesi, la Cina afferma che gli alimenti surgelati rappresentano un rischio di diffusione di covid-19 e le autorità rifiutano le merci dall’estero se il virus viene rilevato sugli imballaggi, anche se l’Organizzazione mondiale della sanità afferma che né il cibo né l’imballaggio sono una via di trasmissione nota. Dalian è un porto fondamentale per le spedizioni di pesce, frutta e alcune carni. La sospensione riguarda celle frigorifere di terze parti, magazzini doganali, aziende di produzione alimentare e celle frigorifere usate dal settore della ristorazione. Il settore alimentare a Dalian aveva subìto pesanti interruzioni nel 2020 dopo che le autorità avevano imposto nuovi requisiti di sicurezza per le celle frigorifere, nel timore che il coronavirus entrasse nel paese attraverso i prodotti alimentari importati. “È probabile che la sospensione di Dalian abbia poca ricaduta sul piano interno, anche se si prevede che avrà un certo impatto sulle esportazioni verso l’Europa e gli Stati Uniti”, ha dichiarato al South China Morning Post Li Xiaohua, vicedirettore generale del portale di settore Foodspath con sede a Pechino.”La sospensione delle spedizioni da Dalian potrebbe durare venti giorni, il che significa che le merci natalizie sono in bilico”.
  • L’obiettivo delle autorità cinesi di mantenere la strategia “zero covid”, anche in vista delle Olimpiadi invernali di febbraio, pare sempre più a rischio e Wu Liangyou, della commissione nazionale per la salute, ha parlato di sfida “grave e complessa” per i prossimi mesi.

Ha collaborato Natascia Caragnano

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