12 giugno 2018 10:42

“Procurami un permesso così posso venire a trovarti”, mi ha detto un amico della Striscia di Gaza. Mi si è stretto il cuore. Mi ha raccontato che gli abitanti di Gaza approvano l’uso degli aquiloni molotov nelle proteste. Anche lui. Il sabotaggio è una tattica rivoluzionaria obsoleta. Ma a cosa servono gli aquiloni che esplodono? Non lo sa nessuno. Sospetto che rallegrino gli abitanti di Gaza perché mettono in imbarazzo la più grande potenza militare del Medio Oriente, che non sa come fermarli.

Nelle ultime settimane più di seicento aquiloni molotov hanno sorvolato il confine tra la Striscia e Israele. Duecento hanno toccato terra ed esplodendo hanno incendiato circa nove chilometri quadrati di terreni agricoli e boschivi, la maggior parte dei quali ospitava i villaggi palestinesi spopolati e distrutti nel 1948.

Da alcune cose che mi ha detto il mio amico ho capito che le frizioni tra Hamas e Al Fatah continuano a crescere. La Marcia del ritorno non ha allentato la tensione tra i due partiti palestinesi. Poi abbiamo parlato del Ramadan e delle sue conseguenze sui conflitti familiari, che a volte causano vittime. L’astinenza da nicotina e caffeina rende le persone nervose, in particolare quando guidano. Così aumentano gli incidenti e le liti.

In ogni caso non posso procurargli un permesso. Non ho contatti così potenti. “Anche se me lo facessi avere, non verrei a Ramallah”, ha ammesso alla fine. “Non voglio vedere quelli di Al Fatah. Andrei piuttosto a Tel Aviv”.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Questa rubrica è uscita l’8 giugno 2018 nel numero 1259 di Internazionale, a pagina 36. Compra questo numero| Abbonati

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it