15 ottobre 2012 11:09

John Gurdon, pioniere della clonazione, recente Nobel per la medicina, da ragazzino viene considerato “troppo stupido” dal prof di scienze e, come racconta il Telegraph, al college è ultimo in biologia su 250 studenti.

La storia è suggestiva e il caso di Gurdon non è isolato: negli anni sessanta lo psichiatra Victor Goertzel analizza le biografie di quattrocento personaggi eminenti del novecento e scopre che tre quinti hanno avuto difficoltà scolastiche. Stiamo parlando di scuole della prima metà del secolo scorso – anche l’inclemente giudizio su Gurdon risale al 1949 – tuttavia un dubbio malizioso sull’utilità e la qualità dell’istruzione scolastica ci può stare. Ecco perché oggi vi propongo, nel bene e nel male, qualche fatto e qualche dato.

Istruzione e intelligenza Molti ricercatori stimano che il 35-40 per cento dell’intelligenza di un individuo dipenda da variabili ambientali. Questo significa che anche un ragazzino potenzialmente dotato può, se vive in un ambiente deprivato e va poco o per niente a scuola, diventare un adulto con un’intelligenza sotto la media. Avrà, inoltre, una speranza di vita inferiore (qui i dati statunitensi riportati dal New York Times. Qui uno studio italiano).

Istruzione di base Oggi nel mondo 61 milioni di bambini non hanno alcun accesso alla scuola primaria. Altri 250 milioni di ragazzini non sono comunque in grado di leggere e scrivere. E ci sono 775 milioni di analfabeti adulti, due terzi dei quali donne (Unesco, 2012).

Dal vagabondaggio ad Harvard … ma vi ricordate la storia di Enrico Capecchi? Rimasto solo durante la guerra, si riduce a rubare con una banda di ragazzini. La madre lo ritrova. Lo porta in America e, a otto anni, finalmente lo manda a scuola. Lui si laurea in chimica e fisica. Conosce Watson, uno degli scopritori del dna. Vince il Nobel per la medicina nel 2007.

Il caso favorisce lo spirito preparato Parola di Louis Pasteur. Per dire: l’inventore della pastorizzazione e dei vaccini.

La qualità dell’istruzione ha un impatto potente sulla crescita economica Parola della Banca mondiale. Guardate nel pdf le tabelle a pagina 6 e 7.

Eppure…

La scuola uccide la creatività Parola di Ken Robinson, educatore. Fa questa affermazione nella più vista fra migliaia di Ted Conferences. Motivi: l’impianto è ottocentesco, asservito all’industria, omologante, astratto e tale da incoraggiare il conformismo.

Cinque modi per uccidere la creatività degli studenti Secondo Teresa Amabile della Harvard business school: far lavorare i ragazzi per ottenere un premio, metterli in ambienti competitivi, focalizzarli sulla valutazione e non sull’impegno, sorvegliarli troppo, lasciare loro poche scelte.

Pessimi studenti di grande successo Charles Darwin, Thomas Mann, Gandhi (“gli anni scolastici sono stati i più infelici della mia vita”), Richard Feynman, Jackson Pollock…

Pessimi studenti e dislessici di grande successo Thomas Edison, Albert Einstein, Winston Churchill, Walt Disney…

Conclusione provvisoria: la scuola è una gran cosa. Ed è così importante, per la crescita degli individui e dei paesi, che non può più accontentarsi di “esserci”, ma deve raggiungere due obiettivi che, nonostante le apparenze, non sono antitetici.

Il primo è offrire a tutti l’opportunità di una buona istruzione: questa è la sfida da vincere per i paesi in via di sviluppo, e non solo. In Italia, come sapete, l’abbandono scolastico è troppo alto e la performance media degli studenti, secondo i test Ocse-Pisa, lascia ancora a desiderare.

Il secondo obiettivo è riconoscere e aiutare i più talentuosi e creativi, che spesso sono tipi strani: il prossimo Gurdon, il prossimo Einstein. Questa è la nuova sfida.

La qualità degli insegnanti e dell’impianto organizzativo scolastico è cruciale, molto più del puro dato quantitativo degli investimenti. A scriverlo è proprio la Banca mondiale. E se lo dicono loro…

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