22 settembre 2014 07:00

Arabia Saudita e Iran sono due nazioni diametralmente opposte e contrapposte. L’Arabia Saudita è il più ricco stato sunnita, l’Iran è il più ricco stato sciita. L’Arabia Saudita è una monarchia, l’Iran è una repubblica islamica, dove il potere è in mano al clero, ma è comunque nemica giurata delle monarchie ed è nata da una rivoluzione contro una dinastia imperiale.

I due regimi si odiano reciprocamente, animati da un antagonismo millenario, e oggi la marcia di Teheran verso la bomba atomica preoccupa profondamente Riyadh. Eppure, il 21 settembre, i ministri degli esteri dei due paesi si sono incontrati a New York. Gli iraniani hanno parlato di “nuova pagina”, mentre i sauditi hanno sottolineato gli “effetti innegabili” di una collaborazione per “la pace e la sicurezza nella regione”.

Iran e Arabia Saudita si stanno dunque avvicinando. L’impensabile diventa reale, proprio nel momento in cui sciiti e sunniti vivono un conflitto aperto in tutto il Medio Oriente. Il motivo di questo disgelo è il timore suscitato dallo Stato islamico. Anche se sunnita, l’organizzazione sanguinaria che controlla ormai gran parte dell’Iraq e della Siria spaventa i sauditi tanto quanto gli iraniani. I primi temono la sua ostilità nei confronti della monarchia alleata degli occidentali, mentre i secondi non vogliono veder nascere uno stato sunnita a cavallo tra Iraq e Siria.

I contrasti tra Iran e Arabia Saudita rimangono invariati, ma diversamente dagli occidentali i due paesi sono pronti a intervenire sul campo contro lo Stato islamico. Le forze iraniane lo fanno già in Iraq e Siria, e sono ormai imprescindibili (insieme ai loro alleati di Hezbollah) nella lotta all’organizzazione terrorista.

I sauditi ne hanno preso atto all’incontro di New York, e non sono i soli. Gli Stati Uniti sono in stretto contato con Teheran, e dal punto di vista militare l’esercito iracheno garantisce un collegamento che non può ancora essere diretto tra americani e iraniani. La Francia, dal canto suo, continua a chiedere da mesi un coinvolgimento di Teheran nella coalizione contro lo Stato islamico, e i presidenti dei due paesi si incontreranno presto a margine dell’assemblea generale dell’Onu.

La distensione dei rapporti tra l’Iran e i sauditi fa parte di un riavvicinamento generale tra Teheran e l’occidente, che tra le altre cose complica la questione del nucleare. Anche in caso di blocco del negoziato, infatti, gli iraniani hanno pochi motivi per temere un bombardamento americano dei loro siti. In questo momento l’Iran sta assurgendo al rango di potenza di primo piano a una velocità impressionante.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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