17 ottobre 2014 14:03

C’è mai stata una domanda a cui non hai trovato risposta?–Ale

Chi segue la mia rubrica avrà notato una certa penuria di domande sull’adolescenza: non perché non ne riceva, ma perché spesso non ho una risposta.

L’adolescenza è una fase misteriosa, di cui da fuori si capisce poco e da dentro ancora meno. Forse tra una quindicina d’anni, se avrò superato indenne l’adolescenza di tre figli, avrò qualcosa di più da dire, ma per adesso preferisco chiedere piuttosto che rispondere.

Nel frattempo, qualche giorno fa mia figlia di sei anni mi ha fatto una domanda che mi ha lasciato ammutolito.

Tutto è cominciato con una strana conversazione sulla giornata in classe: “Papà, perché se entra uno sconosciuto a scuola è pericoloso?”. In che senso? “Oggi abbiamo fatto l’esercitazione di lock-down”.

Pensavo si trattasse di qualche nuova arte marziale, ma la sua spiegazione mi ha messo i brividi: “Ci hanno detto che se entra uno sconosciuto a scuola dobbiamo fare lock-down: nasconderci sotto i banchi o dentro gli armadi e restare zitti. Ma perché?”. Già, perché? Come spiegare a una bambina perché qualcuno entra in una scuola a sparare a caso su bambini e insegnanti?

Io non ho saputo farlo, perché ho difficoltà perfino a pensarci. Così ho finto un sorriso e le ho detto che nelle scuole in Danimarca si fanno esercitazioni un po’ strane, ma visto che ora abitiamo qui è comunque bene seguire le istruzioni e fare come dicono le maestre.

Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2014 a pagina 14 di Internazionale, con il titolo “Spiegare il male”. Compra questo numero | Abbonati

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