02 luglio 2018 14:20

Mio figlio ha sempre detto che si sarebbe fatto un tatuaggio appena diventato maggiorenne, cosa che succederà a ottobre. Ma ora m’implora di firmare un’autorizzazione per farselo con qualche mese di anticipo. Devo cedere? –Flavia

Mia figlia ha cominciato a chiedere di farsi i buchi alle orecchie quando aveva otto anni. L’idea di forare le orecchie delle donne, o peggio delle bambine, per infilarci gioielli e pietre preziose mi è sempre sembrata un’usanza tribale. “Te li farai quando sarai maggiorenne”, è stata la mia prima risposta. Ma lei ha continuato a tentare di convincermi e allora sono sceso a quindici anni. Poi a tredici. Infine a dieci.

A farmi cambiare idea è stata la sua caparbietà: mi ha portato l’esempio di compagne di classe che già li avevano, mi ha fatto la lista delle culture dove si fanno già alle neonate, mi ha promesso che li avrebbe pagati con i suoi soldi. E, anche se l’idea continua a farmi impressione, ho deciso di prenderlo come esercizio per cominciare ad abituarmi al fatto che i miei figli prenderanno decisioni di vita che io non condivido, ma che dovrò rispettare.

Un tatuaggio, a differenza dei buchi alle orecchie, dura tutta la vita e in teoria tuo figlio dovrebbe sentirsene l’unico responsabile, perché non sia mai che un giorno se ne penta e ti rinfacci di non averlo fermato. Considerando però che lo farà comunque tra poco, secondo me la tua autorizzazione servirebbe a fargli capire che stai cominciando a trattarlo da adulto e a farti guadagnare un credito di fiducia da spendere quando dovrai dargli consigli su questioni molto più importanti.

Questa rubrica è uscita il 29 giugno 2018 nel numero 1262 di Internazionale, a pagina 12. Compra questo numero | Abbonati

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it