22 agosto 2018 16:52

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Sono in una situazione complicata. Vorrei tanto potermi vivere il contatto fisico, l’intimità e il piacere sessuale, ma senza andare in paranoia. Sono cresciuta ricevendo un sacco di attenzioni negative da parte degli uomini perché sono sviluppata presto, e ho anche avuto traumi fisici/sessuali di altro tipo (niente stupri o maltrattamenti), ma l’insieme delle due cose mi ha incasinato di brutto. Ogni volta che con qualcuno mi avvicino all’intimità fisica, scappo. Una volta ho perfino simulato un’emergenza e sono fuggita fisicamente perché sapevo che quella sera c’era la possibilità che si facesse sesso. Non sono vergine, ma le volte che è successo ero sempre molto ubriaca (e non ho provato piacere fisico né emotivo). Non voglio vivere così. Voglio una relazione, voglio l’amore, voglio sentirmi disponibile e a mio agio con una persona che esprime fisicamente il suo affetto per me senza che il mio cervello sia invaso da pensieri di panico. Ho fatto molta terapia, che mi ha aiutato ma non abbastanza. Ultimamente ho sentito parlare dei cosiddetti surrogati sessuali. A quanto ho capito che sono persone specializzate nel fornire contatto fisico e intimità a scopo terapeutico in un contesto sicuro e controllato. È una cosa seria?

–She Can’t Adequately Release Extreme Dread

I surrogati sessuali sono una cosa seria, SCARED, ma per favore: non chiamarli surrogati sessuali. “Ci piacerebbe ricominciare a chiamarli con il termine originale: partner surrogati”, dice Vena Blanchard, la presidente dell’ International professional surrogates association (Ipsa). “A concepire l’idea furono Masters e Johnson, il cui programma terapeutico si basava sulla teoria che in molti casi i problemi delle persone necessitavano dell’aiuto di un partner incline a collaborare, e alcune persone non avevano un partner. Cominciarono quindi a formare delle persone che lavorassero come partner surrogati. I mezzi d’informazione hanno trasformato il termine partner surrogato surrogato sessuale, perché era più intrigante. Ma così sembra che sia un lavoro legato esclusivamente al sesso”.

Ma se questa terapia non ha a che fare con il sesso, allora di che si tratta?
“La terapia con partner surrogato è un trattamento terapeutico che unisce la psicoterapia all’apprendimento esperienziale”, spiega Blanchard. “È un programma concepito per chi, come SCARED, ha problemi di ansia, panico e trascorsi traumatici”.

La terapia con partner surrogato si articola in fasi, e ogni fase rappresenta un “piccolo, minuscolo passo”, per dirla con Blanchard.

“Si comincia seguendo una psicoterapia, fino a quando il terapista non ritiene che il cliente sia pronto a lavorare con un partner surrogato”, dice Blanchard. “A volte inizialmente ci si si siede uno davanti all’altro e si parla. Poi, sempre da seduti, si può cominciare a tenersi per mano, praticando qualche tecnica di rilassamento e concentrandosi su sensazioni semplici. Alla seduta successiva, per esempio, si può passare a toccarsi reciprocamente il viso”.

Nelle fasi più avanzate della terapia con partner surrogato può subentrare (e talvolta subentra) anche il sesso, SCARED, ma non succede sempre, e non è comunque l’obiettivo. L’obiettivo è guarire.

“Vivendo ripetutamente questo tipo di esperienza sicura (in un contesto libero da pressioni, dove la consensualità è fondamentale e a esercitare il controllo è il paziente), una persona come SCARED può imparare a gestire l’ansia”, spiega Blanchard. “E le esperienze negative precedenti vengono sostituite da esperienze nuove e positive”.

Mentre parliamo al telefono, rivolgo a Blanchard la prima domanda che la gente si fa di solito sui partner surrogati: sono lavoratori sessuali?
“I lavoratori sessuali offrono un’esperienza sessuale, l’intento primario di quella che sostanzialmente resta una transazione commerciale”, risponde Blanchard. “Un partner sostitutivo aiuta a guarire ed educa. E se è vero che si può guarire e imparare anche nel contesto del lavoro sessuale, e che anche nelle terapie con partner surrogato può avere luogo un qualche tipo di contatto sessuale, è l’obiettivo a essere diverso. Un paziente che lavora con un partner surrogato lo fa per guarire vecchie ferite o interrompere pattern negativi per riuscire ad avere una relazione in futuro. Ai lavoratori sessuali ci si rivolge per ottenere un’esperienza immediata: lo scopo è sessuale e legato al momento presente, non terapeutico e orientato al futuro”.

Passo allora alla seconda domanda che in molti si fanno sulla terapia con partner surrogato: è legale?
“Non esistono precedenti di illegalità”, risponde Blanchard. “Non è mai stata contestata in sede giudiziaria. In California, lo stato dove questo tipo di terapia è più diffuso, in cinquant’anni nessuno l’ha mai impugnata”.

Se sei interessata a lavorare con un partner surrogato, SCARED, puoi contattare il coordinamento specialisti sul sito dell’Ipsa: surrogatetherapy.org.

Per concludere, SCARED, il numero di partner surrogati qualificati è relativamente ridotto (l’Ipsa conta appena settanta persone). Quindi è possibile che tu debba spostarti altrove per trovarne uno con cui lavorare (la parte di California che non sta andando a fuoco è deliziosa, in questo periodo dell’anno).

“Siccome non esistono molti partner surrogati”, dice Blanchard, “a volte è necessario viaggiare e fare un lavoro di tipo intensivo. C’è chi viene per due settimane e lavora con uno psicoterapeuta e un partner surrogato tutti i giorni”.

Illustrazione di Francesca Ghermandi

Io e il mio compagno stiamo insieme da undici anni e abbiamo sempre avuto un’ottima vita sessuale. Mi piace da morire il suo uccello, abbiamo appetiti simili e fino a poco tempo fa tutto andava benissimo. Solo che lui ha sempre avuto un’avversione per il sangue. È pacifista, vegetariano ed ex musulmano, per cui io, pur non capendo il suo timore, non lo costringerei mai a fare sesso mentre ho il ciclo. Il problema è che adesso sanguino ogni volta che lo facciamo. Pochissimo, ma abbastanza da stroncargli l’eccitazione, e a quel punto il sesso è bell’e finito. Di limiti ne abbiamo già a sufficienza, tra orari diversi, figli, mancanza di privacy e mestruazioni. Per me questo è un problema grosso, e non so come affrontarlo. Qualche idea?

–Afraid To Bleed

Spegnete la luce, tirate le tende, fate sesso al buio, bendalo. E convincilo a vedere un terapista che aiuti la gente a superare le fobie irrazionali.

Sono un gay di trentacinque anni, single da dieci. Avevo praticamente gettato la spugna, ma di colpo nella mia vita è apparso un ragazzo davvero adorabile. Ha ventiquattro anni, per cui vedremo un po’ come funziona con la differenza d’età. Una volta nel sesso ero parecchio avventuroso, ma adesso l’idea mi innervosisce molto. Mi sembra di essere tornato vergine, solo che non sono eccitato. Al primo appuntamento siamo finiti in un bagno pubblico, dove gli ho fatto una sega (idea sua). Ieri sera abbiamo fatto qualcosina a casa mia. Ci siamo baciati e spogliati, ma a me non veniva duro. Abbiamo guardato del porno. Quello funziona sempre, ma stavolta no. Alla fine lui si è messo a giocare con i miei capezzoli e - badabum - il lieto fine è arrivato! (ho anche imparato qualcosa: ho scoperto che farmi leccare i capezzoli mi piace, un sacco!). Ho paura che questa cosa continui a succedere. È come se pensassi troppo. Ho a che fare con ansia e depressione tutti i giorni, ed è anche per questo che sono rimasto single così a lungo. Per il momento non sento ancora l’impulso di lasciarlo, ma da quando ci frequentiamo sono a pezzi. Lui mi attrae, ma non riesco a eccitarmi. È un po’ come quando non hai voglia di mangiare perché sei nervoso. Devo solo aspettare di sentirmi abbastanza a mio agio con lui, sperando che non mi pianti in asso prima di avermelo piantato dentro?

–Lacking In My Pants

Tu da lui sei attratto, LIMP, e ti eccita, e sei in grado di avere un’erezione. Quando si è messo a giocare con i tuoi capezzoli - quando te li ha leccati - ti ha distratto dal tuo uccello, e a te istantaneamente è venuto duro. Continuate, LIMP: continuate a vedervi, a rotolarvi nudi, a esplorare altre zone erogene. Sarebbe anche utile che gli dicessi la verità: sei un po’ nervoso perché da tanto tempo non uscivi con qualcuno. Quando ti sentirai più a tuo agio con lui - più a tuo agio nel frequentare una persona - vedrai che le erezioni arriveranno.

Savage love è una rubrica di consigli sessuali e di coppia pubblicata su The Stranger. Traduzione di Matteo Colombo.

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