28 febbraio 2017 18:01

Se si dà uno sguardo retrospettivo a giornali e tv, pare che volpi e leoni della politica puntino a dimostrare che Raggi è un pendaglio da forca, buona solo per essere presa a pugni in faccia come la donna di The hateful eight. È tale infatti l’accanimento contro la sindaca che, come nel film di Tarantino, viene voglia di balzar su e gridare: basta con le mazzate, non se ne può più.

Anche perché tutto questo sfregiare Raggi, ridotto all’osso, punta solo a dimostrare che i politici stellati sono roba da mettersi le mani nei capelli e quelli del Pd sono politici veri. Dimostrazione che non solo regge poco ma non turba minimamente gli elettori di Raggi. Si trascura infatti che questi non hanno mai avuto intenzione di votare politici veri, ma proprio una signora sprovveduta e incompetente: vale a dire – attenzione – priva di quella competenza in arti ciniche che caratterizza il politico allevato da partiti ormai guasti.

Di conseguenza il massacro della sindaca è un esercizio di sadismo non solo inutile ma controproducente. Qualsiasi cosa abbia fatto o farà Raggi nella melma di Roma, schizzandosi di fango insieme ai cinquestelle, la città e il paese resteranno spaccati tra chi ha detto addio per sempre agli impiegati grigi o pimpanti della mala politica e chi invece non riesce ad abbandonare la via vecchia, ma al massimo chiede un rattoppo del manto stradale.

Questa rubrica è stata pubblicata il 24 febbraio 2017 a pagina 12 di Internazionale. Compra questo numero| Abbonati

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