Ora anche i più accaniti berlusconiani sono tormentati da qualche dubbio. Quelli che per anni hanno sostenuto imperterriti che il Cavaliere fosse vittima di complotti e congiure di magistrati, poteri forti e stampa di sinistra. Una bugia raccontata per quasi vent’anni. La conferenza stampa di villa Gernetto ha cercato di rinfrescare questo mito, ma in verità ha svelato un uomo patetico, malato di protagonismo ed egomania.

È ovvio che non sono stati Angela Merkel e Nicolas Sarkozy ad “assassinare la credibilità internazionale” di Silvio Berlusconi. È stato il Cavaliere stesso a rovinarsi la reputazione con una serie infinita di gaffe, scandali, promesse non mantenute. Peggio ancora: è stato lui ad assassinare la credibilità dell’Italia nel mondo. Anche in questo è riuscito in una rara anomalia. È l’unico personaggio politico che ha miracolosamente messo d’accordo la stampa mondiale, quella di sinistra e quella di destra, quella cattolica e quella liberale, quella economica e quella finanziaria. Ora si dovrebbero ravvedere molti che hanno gridato allo scandalo quando nel 2001 il settimanale The Economist è uscito con la copertina dal titolo “Why Silvio Berlusconi is unfit to lead Italy”, beccandosi una denuncia dal premier.

Quando il quotidiano moderato Die Welt definisce Berlusconi come “Il padrino IV”, esprime una convinzione diffusissima in Europa e nel mondo. Solo in Italia molti hanno voluto credere alla favola del presidente-imprenditore apprezzato nel mondo. Berlusconi con le sue volgari barzellette, con il suo bunga bunga e la sua bandana, con la nipote di Mubarak, con Noemi e Papi, con il memorabile contratto con i cittadini e il ponte di Messina ha pesantemente screditato  l’immagine dell’Italia nel mondo.

È imbarazzante il silenzio del Pdl sulle ultime uscite populiste del Cavaliere, espressione del servilismo di un esercito di cortigiani che si è sempre sottomesso a ogni arbitrio del monarca. Un esercito composto da personaggi senza spessore che vivono di luce riflessa come Michaela Biancofiore, che ha fatto litigare il Pdl di Bolzano al punto da essere commissariato da Roma e che è stata eletta in Calabria, perché in Alto Adige sarebbe stata bocciata.

Tacciono in centinaia per paura di perdere la poltrona e i favori dell’anziano leader che sua moglie già anni fa definì un uomo malato. Tace perfino il delfino Angelino Alfano, interdetto dallo stesso Cavaliere che l’aveva fatto eleggere. Nella sua deriva populista il berlusconismo si sta  rivelando sempre di più per quello che è: un involucro vuoto.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it