14 novembre 2014 11:54

Il “modello Lombardia”, osannato per anni da Formigoni e Maroni, a Milano mostra i due rovesci della medaglia: quello dei cantieri dove nascono i luccicanti padiglioni dell’Expo e quello degradato delle 69mila case popolari lasciate al loro destino. Intonaco sbriciolato, perdite d’acqua, carcasse di motorini, sporcizia. Una guerra tra poveri con migliaia di appartamenti occupati e una situazione d’illegalità dilagante.

Quando di notte gli inquilini sentono delle martellate, sanno che sta per essere sfondata un’altra porta del loro palazzo per fare spazio a nuovi abusivi. Un’impresa piuttosto facile: basta pagare 400 o 500 euro alla piccola criminalità e piazzarci subito una famiglia che non può essere sgomberata per ragioni sociali. Dall’inizio dell’anno, i casi di occupazione sono stati 1.400, quelle “consolidate”, e quindi irrimediabili, sono 4.100.

È il bilancio fallimentare dell’Aler, l’azienda pubblica lombarda di edilizia residenziale, un carrozzone inefficiente che da decenni funziona da fabbrica di cariche pubbliche. Il suo bilancio del 2013 ha un buco di 60 milioni di euro e 90 milioni di arretrati con i fornitori. Il totale degli arretrati in gran parte irrecuperabili ha raggiunto 306 milioni di euro. Ci sono tutti gli ingredienti classici di uno scandalo italiano - dal commissariamento alla commissione d’inchiesta.

In molte zone, occupare gli appartamenti è semplice: molti sono sfitti in attesa della ristrutturazione necessaria per assegnarli a una delle 20mila famiglie in graduatoria. Ma mancano i fondi per i lavori e in parecchi casi le ditte hanno abbandonato i cantieri in attesa di essere pagati. Molti inquilini cercano di uscire il meno possibile per paura di ritrovarsi l’appartamento occupato: basta un ricovero in ospedale. Di vacanze neanche parlare.

Nella zona del Corvetto c’è un intero palazzo senza neanche un abitante in regola. “Un incubo”, racconta una vicina, “caos a ogni ora e rifiuti buttati dalle finestre”. In parecchie zone la situazione è fuori controllo: spacciatori, strozzini, bande di pregiudicati a controllare la situazione. Manutenzione inesistente, citofoni e numeri civici strappati, allacci abusivi. Un uomo aveva trasformato il suo appartamento in un laboratorio per produrre cocaina.

Difficilmente il bilancio dell’Aler potrebbe essere più disastroso: un terzo degli inquilini non paga affitto né riscaldamento. L’anno scorso sono stati inviati 160mila solleciti di pagamento. Le messe in mora dopo tre affitti non pagati sono state 10.229 per un importo che sfiora i 66 milioni. Ora il comune ha disdetto la convenzione e si è ripreso i suoi 29mila appartamenti. Perché le prossime elezioni potrebbero decidersi proprio in quei quartieri, dove abitare sta diventando un vero inferno.

D’ora in poi gli inquilini abusivi non avranno allacci ai servizi pubblici e non potranno avere la residenza. Gli addetti metteranno i sigilli ai contatori e gli occupanti li toglieranno. Forse in occasione dell’Expo qualche cooperativa si potrebbe inventare delle visite guidate e portare la gente nell’altra Milano per mostrare questo risultato dell’eccellenza lombarda tanto lodata da Matteo Salvini, che nel frattempo preferisce visitare i campi rom nella Bologna rossa.

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